Jobs Act – Come era prevedibile piovono le critiche sui primi decreti attuativi della riforma del lavoro. Mentre gli attacchi dei sindacati erano da mettere in conto, sembra più grave il fatto che il provvedimento abbia aperto divisioni all’interno delle stesse forze di maggioranza. Ai dubbi sollevati da Ichino sull’applicabilità della riforma anche ai dipendenti pubblici, risponde in modo definitivo il ministro Madia, che in una intervista alla Stampa ribadisce una volta per tutte che le nuove regole valgono solo per i dipendenti privati. Ma questo non basta a zittire Ncd che per bocca di Sacconi esprime il proprio scontento: il governo ci aveva garantito che si applicava a tutti i tipi di lavoratori. Sul punto Renzi, intervistato oggi da QN, rimanda al Parlamento. Anche nella minoranza Pd si registrano malumori: Damiano, che guida la Commissione Lavoro della Camera, preme perché dalla nuova disciplina siano esclusi i licenziamenti collettivi. Fassina agita addirittura la minaccia del referendum abrogativo. Ma il governo alza le barricate: in difesa del provvedimento il ministro Poletti, intervistato da Repubblica, avverte tutti che il Jobs Act non si tocca perché è grazie a questa riforma che i giovani avranno più diritti e opportunità. D’altra parte lo stesso Renzi, ancora ieri, si è detto convinto che i critici si arrenderanno all’improvviso, quando non potranno più negare la realtà degli effetti positivi di questa riforma.
Quirinale – Il lungo cammino verso l’elezione del nuovo Presidente procede per piccoli passi quotidiani fatti di abboccamenti, dichiarazioni e prese di posizione delle diverse forze politiche. Ieri da registrare l’apertura del M5S che garantisce che stavolta non ci saranno preclusioni di sorta e che i grillini sono pronti a valutare anche figure di “politici” proposti dagli altri partiti. Da FI il portavoce Toti conferma che Prodi, pur non essendo oggetto di un veto formale, è tuttavia persona “sgradita” per la più alta carica in quanto non garantirebbe la necessaria equidistanza.Ma tra gli osservatori che tentano di leggere le mosse del premier prevale l’opinione che Renzi intenda puntare decisamente a mettere in sicurezza la nuova legge elettorale prima di qualunque mossa sul Quirinale.
Riforme – Il ddl sulle riforme in discussione alla Camera, a gennaio potrebbe arricchirsi di un piatto forte: l’accorpamento delle attuali Regioni e la riduzione del loro numero da 20 a 5.
Politica estera
Operazione Triton – Polemiche intorno al nuovo piano europeo per contenere l’immigrazione clandestina. Secondo molti, in queste primi due mesi di applicazione, avrebbe fallito e la dimostrazione starebbe nella media di 8 mila immigrati al mese entrati nel nostro Paese. Il rischio è che la Ue, che investe 2 milioni e 900 mila euro al mese, in mancanza di risultati potrebbe ritirare i fondi.
Il dolore di New York – Lacrime e rabbia ai funerali dell’agente Rafael Ramos, dove un mare di divise blu ha salutato per l’ultima volta il poliziotto ucciso sabato scorso a Brooklyn insieme a un collega. Gli agenti hanno inscenato una plateale forma di protesta contro il sindaco De Blasio: quando questi ha preso la parola per ricordare l’ “eroe caduto” la folla dei poliziotti gli ha voltato le spalle.
Al Qaeda – Nuova minaccia dell’organizzazione terroristica che invita i “lupi solitari” a colpire sui voli di linea occidentali portando a bordo bombe artigianali nascoste in bottigliette di plastica. Una conferma del pericolo arriva direttamente dal Pentagono che avverte: ormai il punto non è “se” ma “quando” ci attaccheranno. Per il ministro Gentiloni, intervistato da Avvenire, anche in Italia c’è un rischio reale di attentati. Intanto gli Stati Uniti sono di nuovo nel vortice delle polemiche, stavolta attaccati dal Pakistan che ritiene offensiva “Homeland”, serie televisiva americana, in quanto dipingerebbe il governo di Islamabad come un complice dei terroristi.
Vaticano – Imbarazzante fuori programma ieri in Vaticano, dove a sorpresa è apparso Ali Agca, l’attentatore turco di Giovanni Paolo II, venuto per deporre dei fiori sulla tomba di Wojtyla. Portato in questura e verificato che non dispone di un regolare visto di ingresso nel nostro Paese, la polizia lo ha rilasciato e oggi si terrà l’udienza per l’espulsione verso la Turchia. E’ mistero su come sia riuscito a entrare illegalmente in Italia.
Economia e Finanza
Meridiana – Raggiunta tra le parti una prima intesa sul taglio al numero dei dipendenti della compagnia aerea. Ieri la firma al Ministero del Lavoro: l’accordo riguarderebbe circa 400 esuberi su 1600, previsto un incentivo di 15 mila euro a chi accetta l’uscita e ammortizzatori sociali fino a sei anni. Ora i sindacati si aspettano un valido piano industriale.