Politica interna
Berlusconi-Parisi: In un intervento a Radio Anch’io Silvio Berlusconi ha parlato delle recenti frizioni tra Stefano Parisi e Matteo Salvini, ammonendo l’ex candidato sindaco di Milano per i toni utilizzati contro il segretario della Lega. Secondo il leader di FI, Parisi “sta cercando di avere un ruolo all’interno del centrodestra, ma avendo questa situazione contro Salvini credo che questo ruolo non possa averlo”. Parole dure che Parisi, impegnato in giornata in una manifestazione per il No a Londra, ha incassato senza però piegarsi. Di sera il manager romano è infatti a Porta a Porta a difendere il proprio operato: “io vado avanti, nessun passo indietro. Se Berlusconi vuole Salvini leader, il centrodestra perde, perché la maggioranza degli italiani non è lepenista”. Il segretario della Lega non si è soffermato molto sull’episodio, definendo Parisi “finito, un discorso chiuso che non merita neanche tre secondi di discussione”.
Referendum: Walter Veltroni ha esplicitamente dichiarato il proprio appoggio al Sì al referendum, poiché questa, nonostante non “sia la panacea di tutti i mali”, è “la scelta che favorisce l’innovazione”. Continua intanto lo scontro sui voti degli italiani all’estero. Con un posto sul blog di Beppe Grillo, Vito Crimi (M5S) ha denunciato il concreto rischio di brogli e “di inficiare un voto di importanza vitale per il paese”. Il pericolo reale consisterebbe nel fatto che “le schede non vengano consegnate agli aventi diritto e che le stesse siano intercettate da qualcuno e usate per esprimere il voto all’insaputa del votante”. La Farnesina ha risposto ai timori del M5S affermando che sarà massimo l’impegno “per garantire ai cittadini italiani residenti all’estero o che si trovano temporaneamente fuori dai confini nazionali di votare secondo le modalità previste dalla legge”. Gli sforzi dei grillini per il No dovrebbero confluire in una manifestazione il 26 novembre a Roma, con Grillo tra i presenti.
Politica estera
Obama in Europa: E’ cominciato l’ultimo viaggio da presidente in Europa di Barack Obama, un tour che il politico statunitense si aspettava diverso e finalizzato a preparare la strada a Hillary Clinton ma che invece dovrà servire ad aprire le porte ai rapporti tra Ue e Donald Trump. La prima tappa di Obama lo ha visto incontrare il premier greco Tsipras ad Atene, occasione in cui sono state lodate le riforme avanzate dal governo greco e durante il quale Obama ha affermato che “l’austerità da sola non basta a portare la prosperità”. L’unione dell’Europa secondo Obama è molto importante, lo dimostra il ventesimo secolo che “fu un bagno di sangue” a causa della divisione dei popoli europei. Ecco perché la simpatia di Trump verso la Brexit e le dichiarazioni riguardo un allontanamento degli Usa dalla Nato preoccupano Obama, che è comunque convinto che il prossimo presidente “proseguirà la linea del passato”. Sul magnate di New York Obama non si dice preoccupato, ma è comunque “turbato dalla sua retorica non necessariamente collegata ai fatti”. Il presidente statunitense non si ritiene responsabile della vittoria di Trump e pensa invece che l’esito sia stato questo perché “a volte la gente vuole provare qualcosa giusto per vedere se possiamo scuotere le cose”.
Russia: E’ stato arrestato il ministro dell’economia del governo russo, Alexei Ulyukayev, accusato di aver estorto una tangente di due milioni di dollari a Rosneft. Il colosso petrolifero russo voleva infatti sfruttare la politica di privatizzazioni avanzata ultimamente dal governo e il suo capo, il potente Igor Sechin, aveva puntato Bashneft, importante azienda pubblica legata al settore petrolifero. L’acquisto delle azioni di Bashneft sarebbe quindi stato concesso da Ulyukayev dietro il pagamento della tangente. Sechin è in stretti rapporti con Putin e chiedere a lui una tangente equivarrebbe a compromettere la propria posizione con Putin stesso. Ecco perché secondo alcune interpretazioni l’arresto di Ulyukayev sarebbe solo un regolamento all’interno di una guerra tra clan e un avvertimento nei confronti di chi vuole porre ostacoli al progetto di Sechin negli acquisti. Inoltre Putin potrebbe aver cominciato a fare la prima mossa in vista delle presidenziali del 2018, dove cercherà di conquistare il quarto mandato.
Economia e Finanza
Italia-Ue: Si alza la temperatura dei rapporti tra Italia e Unione Europea, in una giornata che ha portato il premier Renzi a minacciare il veto sulla revisione del bilancio europeo 2016-2020. Renzi è sicuro: “non accettiamo che con i nostri soldi si alzino muri” ed è per questo che è entrato in quella che ha definito “l’anticamera del veto”. Non c’è ancora nulla di ufficiale, ma se non cambieranno i conti l’Italia potrebbe proseguire sulla linea ostruzionista. Il presidente slovacco di turno ha dichiarato “andiamo avanti” aggiungendo che la proposta di revisione prevede “oltre sei miliardi in più” impiegati in temi a cui l’Italia è interessata: migranti, sicurezza, disoccupazione giovanile e programmi per la ricerca. Ma per Renzi il bilancio non è favorevole all’Italia, che “ha smesso di essere un problema per l’Europa” e deve quindi essere trattata in modo differente. Le minacce del premier sono state accolte con scetticismo dalle opposizioni italiane, con Luigi Di Maio che intravede “la solita pantomima”: “Renzi finge di litigare con l’Ue poi firma tutto”. “E’ evidente che Renzi è in campagna elettorale” ha aggiunto Giorgia Meloni (FdI), mentre Salvini ha definito il premier “un bugiardo” e “le minacce di veto l’ultima pagliacciata”.
Pil: I nuovi dati dell’Istat riguardo il terzo trimestre del 2016 riportano risultati migliori rispetto al trend degli ultimi mesi, con una variazione congiunturale dello 0,3% e un dato acquisito su base annua pari ora a 0,8%. E’ stato ritoccato anche il dato riguardo il primo trimestre, ora a +0,4% (da 0,3%), crescita più alta da circa sei anni. Le cifre si avvicinano ora alle previsioni del governo ed è per questo che il ministro Padoan ha affermato che il dato sul Pil “dà ragione a noi e torto ad altri”. Il premier Renzi ha invece fatto notare come “con le riforme sale il Pil, senza riforme sale lo spread”.
Legge di Bilancio: L’idea di istituire l’Imi, tassa sulla casa che avrebbe unito Tasi e Imu con un aliquota più alta all’11,4 per mille, “non sta né in cielo né in terra”, secondo Renzi. Il premier blocca così una nuova tassa dopo quella di Airbnb, costringendo al ritiro dell’emendamento proposto da Maino Marchi (Pd). Oltre a questo, sono scomparsi altri 1500 emendamenti, giudicati inammissibili dalla Commissione Bilancio, tra cui quello che ripristinava il progetto per il Ponte sullo Stretto di Messina. Mancano ancora 3500 emendamenti da esaminare, con l’obiettivo di scendere a 900. Oggi è previsto il primo verdetto della Commissione Ue sul bilancio, con le spese eccezionali che rimangono osservate speciali.