Politica interna
Gentiloni incaricato premier: Come largamente anticipato, il presidente della Repubblica ha incaricato alle 12.30 di domenica Paolo Gentiloni come presidente del consiglio. Mattarella ha tenuto così fede alla rigida tabella di marcia fissata, chiedendo a Gentiloni di accelerare a sua volta i tempi. Sono così partite già ieri le consultazioni con alcune forze politiche, incontri a cui M5S e Lega si sottrarranno per protesta. Oggi sarà il turno delle forze di maggioranza che, secondo sua stessa ammissione, non cambieranno nella transizione dal vecchio governo. “Sono consapevole dell’urgenza di dare all’Italia un governo nella pienezza dei poteri” ha affermato l’ex ministro degli Esteri, chiarendo che tra le priorità vi è “la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto”. Gentiloni vorrebbe presentarsi con la fiducia incassata all’imminente incontro del Consiglio europeo di giovedì 15 dicembre. Per centrare l’obiettivo dovrà essere rispettato un rigido calendario: domani mattina Gentiloni giurerà, in giornata chiederà la fiducia alla Camera mentre mercoledì si rivolgerà al Senato. Il nuovo premier si è definito un “facilitatore” tra i partiti per la nuova legge elettorale e ha specificato che c’è stata “indisponibilità delle maggiori forze di opposizione a condividere un governo di responsabilità”. Ecco perché il nuovo esecutivo si muoverà “non per scelta, ma per senso di responsabilità”.
Totonomine: Il nuovo governo dovrebbe nascere nel segno della continuità con quello di Renzi, con poche modifiche dovute a necessità o ad aggiustamenti strategici. Nel primo caso si dovrà ovviare al buco creato proprio da Gentiloni agli Esteri, con la possibile entrata di Piero Fassino o di Elisabetta Belloni. Non si escludono però colpi di scena, come la decisione di Gentiloni di assumere l’incarico ad interim o la richiesta da parte di Angelino Alfano di ricoprire la carica. Un’altra questione delicata sarà quella delle quattro ministre uscite indebolite dall’ultimo periodo del governo Renzi: Boschi per la sconfitta del referendum, Madia per la bocciatura della riforma della Pa, oltre a Lorenzin e Giannini. Mentre Boschi dovrebbe rimanere al governo perdendo però il posto da ministra delle Riforme, il posto di Giannini all’Istruzione è stato offerto a Cuperlo, che però ha già fatto sapere di non essere disponibile. Per il posto potrebbe quindi tornare alla carica Denis Verdini, proponendo Marcello Pera. Infine Giuliano Poletti dovrebbe lasciare il Lavoro per motivi personali: pronto a sostituirlo Tommaso Nannicini.
Pd: Si accende la sfida interna al Pd in vista dell’”assemblea dei 1000” di domenica, che potrebbe convocare il congresso nel prossimo futuro. Le correnti hanno cominciato infatti a muoversi per individuare il loro candidato ideale per l’elezione del futuro segretario. Mentre Renzi sembra pronto a tornare alla carica il prima possibile, alcune forze starebbero spingendo Andrea Orlando a candidarsi per il futuro posto di segretario. Dalla parte dell’area dem si starebbe invece pensando a un ticket Speranza-Bersani, con il primo candidato alla segreteria mentre il secondo punterebbe al posto di candidato-premier. Sembrano nascere intanto complicazioni tecniche in vista per la convocazione del congresso: finché Renzi resterà segretario non si potrà procedere con la convocazione; il politico di Firenze dovrà quindi prima dare le dimissioni.
Politica estera
Strage al Cairo: L’esplosione di una bomba alle 10 del mattino di ieri a Il Cairo ha provocato la morte di 25 persone, ferendone 50. L’ordigno era stato piazzato nella cattedrale di San Marco, importante centro religioso della comunità copta, ed era indirizzato chiaramente verso i cristiani d’Egitto. La maggior parte delle vittime sono donne, dal momento che la bomba è stata piazzata nella zona a loro riservata. In seguito al tragico evento si sono sollevate pesanti proteste nei confronti del presidente al Sisi, accusato di non aver difeso in modo efficiente la comunità cristiana dal suo insediamento. Restano ancora dubbi sugli autori dell’attentato: l’iniziale rivendicazione del gruppo terroristico “Hasam” è stata infatti smentita e al momento nessun gruppo si è dichiarato.
Ritorno dell’Isis: Mentre i numerosi fronti di guerra aperti vedono l’Isis sempre più in difficoltà, il gruppo terrorista è riuscito ad ottenere un’importante vittoria riconquistando la città siriana di Palmira. I miliziani hanno approfittato della concentrazione di forze siriane per l’assalto ad Aleppo per colpire un luogo lasciato parzialmente indifeso. L’assalto è cominciato venerdì mattina e ha portato i militanti dell’Isis a conquistare sia il sito archeologico sia la città nuova. Non è servita a nulla la reazione dell’esercito siriano nella giornata di sabato, con il tentativo di riequilibrare lo scontro ricollocando alcune forze da Aleppo, situata a nord ovest rispetto a Palmira. Né sono serviti i raid aerei russi condotti tra sabato e ieri. Il governatore della provincia Talal Barazi ha così dichiarato alla tv di Stato siriana che la città era stata riconquistata dall’Isis. L’esercito guidato da al-Baghdadi è riuscito a compattarsi richiamando forze da vari fronti: al momento sarebbero presenti 800-1000 uomini con tank, veicoli blindati, lanciamissili anti-carro.
Economia e Finanza
Le incombenze del governo: Se la crisi di governo verrà risolta in tempi brevi, il nuovo esecutivo dovrà mettere a frutto il tempo guadagnato per far fronte alle numerose incombenze sul fronte economico. Con la probabile conferma di Pier Carlo Padoan all’Economia si darà un segnale di continuità, cercando di proseguire il discorso per la ricostruzione in seguito al terremoto (inserita da Gentiloni tra le priorità nel suo primo discorso), per il pubblico impiego (è necessario accelerare per avviare il rinnovo del contratto), per il tradizionale milleproroghe, per i provvedimenti attuativi per rendere operative alcune modifiche introdotte dalla manovra (pensioni su tutte), oltre che per le banche (Mps sembrerebbe intenzionata a provare comunque la soluzione privata entro il 2016). Il governo in primavera dovrà inoltre far fronte a nomine importanti per grandi aziende partecipate come Eni, Enel, Poste, Finmeccanica, Terna. Infine sarà necessario rimettere mano ai conti pubblici entro marzo, con la richiesta ufficiale dell’Ue di riprendere il percorso verso il pareggio di bilancio, ponendo così le basi per la manovra 2018.