Politica interna
M5S: turbolenze, anche forti, hanno sempre attraversato il Movimento di Grillo e Casalegno, ma ieri il contrasto fra i dissidenti ed i fedeli alla linea ha registrato un salto di qualità che potrebbe mettere a rischio la tenuta dell’intero gruppo e, di conseguenza, aprire nuovi scenari negli equilibri di governo tra maggioranza ed opposizione, particolarmente in Senato. Quattro componenti del M5S sono stati ieri espulsi, sulla base della volontà espressa attraverso il web dagli attivisti grillini; a questi si potrebbero aggiungere altri sei senatori, che si sono detti pronti a lasciare il movimento per protesta contro la gestione Grillo – Casalegno, e già si parla della nascita di una entità autonoma di ex pentastellati, ai quali Pippo Civati, a sua volta critico verso la linea del Pd, rivolge un invito per costituire un nuovo gruppo parlamentare comune, al quale potrebbero dare il loro appoggio anche esponenti di Sel.
Renzi: primo impegno ufficiale del neo premier, che ieri a Treviso ha visitato una scuola multietnica di periferia e si è poi incontrato con sindaci locali per parlare di edilizia scolastica. Una dichiarazione d’intenti del presidente del Consiglio, che a professori ed allievi ha detto “Si ricomincia dalla scuola”, ripetendolo più tardi agli imprenditori, fra i quali Moretti Polegato e Benetton, con i quali si è incontrato. Renzi vuole verificare la fiducia della piazza, dopo quella incassata da Camera e Senato, ma puntualizza “Questa non è una passerella” ed infatti riceve applausi, ma anche fischi e insulti da esponenti di Forza Nuova e del movimento dei Forconi. Salta l’appuntamento con gli operai della Electrolux, ovviamente scontenti per la mancata visita di Renzi.
Politica estera
Ucraina: Vladimir Putin inizia a muoversi, il rapido cambio di governo a Kiev non gli è ovviamente piaciuto e non appaiono casuali i movimenti di truppe registrati ieri a ridosso del confine fra i due Paesi; il ministro della Difesa russo Shoigu ha precisato che le manovre nulla hanno a che vedere con la situazione ucraina, ma ha precisato che la Russia intende “garantire la sicurezza dei propri impianti, delle infrastrutture e degli arsenali della Flotta del Mar Nero”. America e Gran Bretagna hanno chiesto che sia consentito al popolo ucraino “di ricomporre le proprie divergenze interne senza interferenze”, in particolare il segretario di Stato Kerry ha ripetuto che la Russia deve rispettare l’integrità territoriale ucraina. Alta tensione anche in Crimea dove si sono sfidati i manifestanti pro Russia e quelli fedeli al regime filo occidentale.
Turchia: appare in vertiginosa parabola discendente la sorte del premier Erdogan, la cui “grandeur” sembrava fino a poco tempo fa inarrestabile. Il Primo Ministro è oggi un uomo sotto assedio, travolto dagli scandali, che si fida soltanto di un gruppo di fedelissimi fra i quali il capo dei Servizi, suo vero braccio destro in rotta di collisione con polizia e magistratura. Eppure i sondaggi danno ancora l’Akp in testa per le prossime elezioni municipali del 30 marzo, che lo stesso Erdogan ha definito “un referendum”. In parallelo con la caduta di Erdogan è arrivata l’ascesa del vero attuale numero due della Turchia, Hakan Fidan, definito dall’ex ambasciatore americano ad Istanbul “la faccia del nuovo Medio Oriente”.
Economia e Finanza
Padoan: i tempi per il varo dei primi interventi a favore dell’economia saranno rapidi, anche se non immediati. Si è affievolita la tentazione del nuovo esecutivo di dare subito un segnale forte con un primo taglio dell’Irap; ora si pensa ad un piano organico e articolato di intervento sul cuneo fiscale, che nei programmi del governo Renzi dovrebbe valere almeno 10 miliardi l’anno. Appena la squadra del Ministero sarà completata, con la nomina dei sottosegretari e dello staff tecnico, la definizione del piano di rilancio entrerà nel vivo. Resta per ora in campo l’ipotesi di una revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie, anche se con una franchigia che esenti i piccoli patrimoni, così come il taglio alle agevolazioni alle imprese, che Squinzi è pronto a mettere sul piatto per ottenere un pari taglio del cuneo fiscale.
Salva Roma: il governo rinuncia, anche per l’ostruzionismo di Lega e M5S, alla conversione in legge del provvedimento che prevedeva 485 milioni di aiuti finanziari alla Capitale. Adesso il Campidoglio è a un passo dal dissesto finanziario; il sindaco Marino ha minacciato le dimissioni ma Palazzo Chigi ed il ministero dell’Economia stanno studiando una soluzione; è infatti spuntata l’ipotesi di una norma ponte da inserire nel decreto sulla Tasi in discussione domani al Consiglio dei Ministri, per permettere alla Capitale di salvare il bilancio ed evitare il default. Marino ha detto che in mancanza di interventi strutturali da lunedì sarà obbligato a fermare la città. Esultano Lega e Cinque Stelle che parlano di “un miliardo risparmiato dagli italiani” che sarebbe andato a coprire “sprechi e cattiva gestione del Comune di Roma”.
Bitcoin: è fallita Mt.Gox, una delle maggiori Borse mondiali per lo scambio della moneta virtuale, un crac da 400 milioni che lascia scoperti gli appassionati di questa moneta digitale che, non essendo regolata da alcuna autorità monetaria, non ha alle spalle un prestatore di ultima istanza. Insomma chi perde i soldi investiti non può sperare nell’intervento riparatore di una banca centrale, né in un’assicurazione sui depositi come quella che rimborsa i correntisti di una banca fallita. I fan di questa contro-moneta parlano di complotto e puntano il dito contro l’indagine avviata dalla Procura Federale di Manhattan, che poche settimane fa aveva incriminato Mt.Gox chiedendo il sequestro giudiziario di diversi documenti relativi al funzionamento di quella Borsa; ma ancora non è chiaro che cosa abbia realmente scatenato il crac e la chiusura della borsa virtuale.