Politica interna
M5S – Per Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, l’incentivo che avrebbe dovuto favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro “ha fallito miseramente”. La misura, varata dal governo Letta, avrebbe dovuto garantire 200mila assunzioni, ma i dati pubblicati ieri dal Corriere della Serafissano a quota 13.770 gli incentivi prenotati dalle aziende per assumere lavoratori tra i 18 e i 29 anni. Una critica, quella di Grillo, che replica alle parole di Letta dello scorso 26 giugno. Il premier aveva, infatti, accusato Grillo di dire inesattezze circa i requisiti necessari per usufruire del bonus giovani varato dal governo, sottolineando che l’esecutivo mette il lavoro tra le sue priorità e che non mollerà questa lotta “a dispetto del disfattismo di chi pare non riuscire a non criticare chi cerca di agire e di fare le cose per bene, quasi solo per la soddisfazione di vedere le cose andare ancora peggio, oltreché per la necessità di caratterizzarsi solo e soltanto per contrasto”.
Pdl – Lo scontro tra “lealisti” e “governativi” all’interno del Pdl rimane acceso. E a Silvio Berlusconi va il difficile compito di tenere unito il partito. Ieri il leader del centrodestra ha ricevuto ad Arcore una pattuglia di “lealisti”, guidata dalla Santanchè, e oggi o domani vedrà invece Alfano. Sul tavolo, oltre alla tenuta del partito, anche il modo di conciliare la difesa dell’ex premier (che passa anche per l’ipotesi di uscita dalla maggioranza) con il sostegno al governo (giudicato imprescindibile da Alfano e dai suoi “innovatori”). Decisivi saranno i prossimi passaggi, quali il Consiglio Nazionale anticipato a metà novembre (richiesta perentoria dei “lealisti”), la scelta su quale atteggiamento tenere sulla legge di Stabilità, che sarà votata entro novembre al Senato, e infine il voto sulla decadenza.
Cancellieri – Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri sarà chiamata domani pomeriggio davanti a Camera e Senato per spiegare i motivi del suo intervento per far scarcerare in tempi rapidissimi Giulia Ligresti, la figlia dell’ex patron di Fonsai. Solo dopo averla ascoltata i partiti decideranno se assolverla o meno. E se da un lato il M5S già oggi depositerà a Montecitorio e Palazzo Madama le mozioni di sfiducia individuali, dall’altro il Pdl sembra fare quadrato attorno a lei. “Il ministro Cancellieri non deve dimettersi e lo diremo anche in Parlamento”, annuncia Renato Brunetta. E ancora: “Ho già espresso piena solidarietà al ministro, oggetto di un attacco insopportabile. Ma a Berlusconi, per una telefonata in Questura, son stati dati 7 anni di galera. E allora dico: no a due pesi e due misure. Questo paragone secondo me non è azzardato, piuttosto ritengo ipocrita non farlo”. Sulla vicenda il Pd appare diviso. Per Civati “il ministro si dovrebbe dimettere”, mentre Cuperlo non è per “il fuori subito”. E aggiunge: “Vista la sua personalità e il suo spessore, ascolteremo la Cancellieri con attenzione. Vorrei però che nessuno utilizzasse questo episodio per colpire il governo Letta”.
Pd – C’è una battaglia sui voti all’interno del Pd. Chi ha vinto, al netto di ricorsi, polemiche, veleni, sospetti di brogli, tra Gianni Cuperlo e Matteo Renzi nei congressi provinciali Pd di tutta Italia? Le votazioni sono quasi concluse e adesso si cominciano a fare i conti. Dal comitato di Cuperlo, qualche giorno fa, erano usciti i primi dati, favorevoli al deputato triestino: 49 segretari provinciali per lui, 25 per Renzi. Lo staff del sindaco di Firenze dà però una versione molto diversa: “Finiremo 50 a 50…”, dicevano gli uomini a lui più vicini. Secondo questi conteggi, al momento Renzi sarebbe addirittura in vantaggio: 45 per lui, 41 per Cuperlo.
Politica estera
Egitto – John Kerry, il segretario di Stato Usa, ieri è arrivato al Cairo per ricucire i rapporti con il nuovo regime guidato de facto dal generale Adbel Fattah Al Sisi. La sintesi dell’incontro durato sei ore la dà un Kerry conciliante nella conferenza stampa con il ministro degli Esteri Nabil Fahmi: “Una riflessione politica basata sulla nostra legge”. Sempre il segretario Usa ha definito l’Egitto un “partner vitale” che “pare intenzionato a proseguire sulla via della democrazia”. Poi un impegno-richiesta: “La nostra alleanza sarà certo più forte quando questo Paese sarà rappresentato da un governo civile, inclusivo, eletto democraticamente e basato sul rispetto della legge e delle libertà fondamentali”.
Israele – Il fiume Giordano è destinato a cambiare fisionomia. Sulla sua sponda occidentale sarà costruita una barriera ad alto contenuto tecnologico per bloccare intrusioni ritenute pericolose o sgradite. Il premier Benyamin Netanyahu ha detto ieri che “il Giordano deve restare il nostro confine di sicurezza”. In Cisgiordania, ha lasciato intendere, c’è spazio per un compromesso con Abu Mazen. Ma la valle del Giordano mantiene un significato importante per gli strateghi israeliani. In primo luogo la barriera servirà a scongiurare il pericolo che centinaia di migliaia di siriani, sfollati in Giordania, possano incamminarsi verso la Cisgiordania. La barriera avrà anche un chiaro valore politico: segnalerà ai palestinesi la determinazione israeliana a impedire che assumano il controllo del confine orientale del futuro Stato indipendente.
Economia e Finanza
Fisco – Si prepara la carica anti-tasse delle sentinelle del Pdl. Mentre il Tesoro risponde al fuoco da Via Venti Settembre, il presidente del Consiglio Letta cercherà di sminare il terreno della manovra incontrando da domani il Pd e poi il Pdl. Tutto ciò in vista dello showdown di giovedì, quando in Commissione Bilancio del Senato arriveranno gli emendamenti. Il capogruppo Brunetta avvisa: “O si cambia la tassazione sulla casa o il governo Letta non c’è più”. “C’è una supe-stangata”, ha rincarato Capezzone. Sul fronte governativo il ministro per le Infrastrutture Lupi (Pdl), tira il freno a mano: “No a regolamenti di conti interni sulla manovra”. Ad accendere la miccia dello scontro è stata la sortita della Cgia di Mestre che ha osservato che dalla legge di Stabilità il prossimo anno verrà un miliardo di tasse in più. Tesi contestata dal viceministro del Tesoro Fassina.
Btp Italia – Tutto pronto per la quinta emissione di Btp Italia. Le sottoscrizioni si apriranno domani e saranno garantite per almeno una giornata e mezza, fino alle 14 di mercoledì. Questo è il periodo di tempo minimo qualora il ministero dell’Economia decidesse di avvalersi della facoltà di chiudere in anticipo la sottoscrizione nell’evenienza di ordini eccessivi. Per questa nuova emissione domani il Tesoro comunicherà al pubblico il tasso reale minimo, che potrà rimanere invariato o essere rivisto al rialzo al termine del periodo di collocamento.