Politica interna
Decreto su sicurezza e migranti – Integrazione e controllo del territorio. Questi gli obiettivi dei due decreti legge approvati ieri dal Consiglio dei ministri su migranti e poteri dei sindaci. In particolare è previsto che chi deturpa zone di pregio delle città non potrà più frequentarle per un periodo di 12 mesi. Un provvedimento simile al «Daspo» in vigore oggi negli stadi. Ma prima di arrivare a questo vengono introdotte sanzioni amministrative da 300 a 900 euro con l’allontanamento fino a 48 ore per chi lede il decoro urbano o la libera accessibilità o la fruizione di infrastrutture, luoghi di pregio artistico, storico e turistico, anche abusando di alcolici o droghe, esercitando la prostituzione «in modo ostentato», facendo commercio abusivo o accattonaggio molesto.
PD/M5S/FI/Sinistra Italiana – «Della manovra correttiva che ci chiede Bruxelles non voglio sentir parlare», “suggerisce” al telefono Matteo Renzi a Piercarlo Padoan. Ecco la nuova frontiera del leader, invischiato nella lotta tra correnti del Pd e pronto a rilanciarsi alzando il tiro con l’Europa. Il segretario invita il ministro alla direzione dem di lunedì. Decisa la linea: voto o dimissioni e congresso subito. A un passo dalla direzione di lunedì, il Pd resta sull’orlo della scissione. «Sì – ragiona Roberto Speranza – se non ascoltiamo la nostra gente. Io giro l’Italia invocando unità, ma se continuiamo a ignorare chi si sente già lontano dal Pd, la situazione rischia di non essere più recuperabile».
«Berdini? Non ho ancora sciolto la riserva». Così ieri Virginia Raggi sull’assessore all’Urbanistica commissariato per aver definito la sindaca «strutturalmente impreparata» in un colloquio con La Stampa. A Berdini la sindaca ora imputa una colpa in più. Aver scatenato la pruderie mediatica, sfociata ieri nell’offensivo titolo di Libero. Innescando una rivolta bipartisan. Coi presidenti delle Camere Grasso e Boldrini, tutti a dire: «È osceno, Feltri si scusi». E Raggi ad annunciare: «Mi farò risarcire».
Sono io l’unico argine ai populismi. Se solo gli eurogiudici facessero giustizia… Questo il senso del ragionamento che Berlusconi ha fatto al presidente del Partito popolare europeo Joseph Daul, ospite a Palazzo Grazioli per una cena riservata lo scorso giovedì.
Fuori da Sinistra italiana, verso il Campo progressista di Giuliano Pisapia. Un pezzo del partito nato dalle ceneri di Sel potrebbe non presentarsi al congresso fondativo di Rimini, il 17 febbraio.
Economia e finanza
Rialzo della produzione/richieste dall’UE – Balzo della produzione a dicembre, con un aumento (oltre le attese) del 6,6% su base annua e dell’1,4% sul mese precedente: la performance più alta da agosto 2011, meglio di Germania, Francia e Gb. I dati potrebbero far rivedere al rialzo le stime sul Pil (tra lo 0,9% e 1%).
Anche con tutta la buona volontà del mondo, per aiutare l’ Italia Bruxelles ha bisogno di essere aiutata. E per questo la Commissione chiede al governo di approvare subito un pezzo della manovra correttiva da 3,4 miliardi. Entro dieci giorni. In tempo per il rapporto sul debito italiano che sarà pubblicato il 22 febbraio.
Lavoro – In un’intervista, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti dice che il governo non ha ancora fissato la data dei referendum su voucher e appalti, ma chiarisce: «I voucher non c’entrano niente con il Jobs act e con Poletti. Da quando i buoni lavoro furono istituiti, nel 2003, tutti i governi ne hanno ampliato l’utilizzabilità. Noi invece lavoriamo per tenerli sotto controllo». Per il Jobs Act, il bilancio è amaro: aumenta la flessibilità ma i disoccupati non calano. Dallo scoppio della crisi il tasso dei giovani senza lavoro è quasi raddoppiato al 40%. E ieri per qualche ora ieri una delle bandiere del Jobs act renziano, l’indennità di disoccupazione per i coco pro, ha vacillato: una nota diffusa in mattinata dall’Inps aveva infatti formalizzato che dopo due anni di sperimentazione, «in assenza di previsione normativa», la Dis-Coll spariva. Ma a stretto giro di posta è arrivata la risposta del ministero del Lavoro che ha fatto sapere di essersi mosso per realizzare da subito «una disposizione da inserire nel decreto Milleproroghe».
Politica estera
Farnesina, due attacchi hacker / Attacco terroristico sventato in Francia/ Piano UE per il Mediterraneo – C’è stato di recente un nuovo attacco informatico ai server di posta elettronica della Farnesina, dopo quello già conosciuto della primavera scorsa sul quale è tornato ieri il quotidiano britannico The Guardian. I primi episodi nella primavera scorsa, erano stati scoperti durante la riparazione di un pc, quando ministro degli Esteri era Paolo Gentiloni. Ci sono state poi altre incursioni più recenti. Il Guardian accusa hacker russi. Il Cremlino: «Noi non c’entriamo». «L’Italia è un bersaglio dell’intelligence russa da tempo», conferma Thomas Rid dal King’s College di Londra. Rid è uno dei massimi esperti di cyberguerra: conosce gli aspetti tecnici ma anche la storia e la politica di questa guerra dell’informazione. E rassicura: «Avete le spalle forti, la lezione americana è servita da vaccino».
Nella Francia in Stato d’emergenza quattro persone, tra cui un ventunenne convertito all’Islam e la compagna di sedici anni, sono stati fermati in un blitz dell’anti-terrorismo a Montpellier, nel sud del Paese. La retata ha «permesso di sventare un progetto di attentato imminente», ha detto il ministro dell’Interno, Bruno Le Roux.
Il piano Ue per chiudere la rotta del Mediterraneo centrale, focalizzato sulla Libia, non si limita all’addestramento della Guardia Costiera di Tripoli, che dovrà pattugliare le acque territoriali e respingere a terra i migranti. Ci saranno significative attività sul campo e un ruolo decisivo sarà giocato da Europol.
UE-USA/USA – «Trump mette in discussione la Nato, volta le spalle al libero commercio. Così le conseguenze per l’Europa sarebbero pesantissime». Ma in questo modo «l’Europa può finalmente diventare adulta»: dice in un’intervista al Corriere l’ex ministro tedesco Fischer. Il presidente emerito Napolitano interviene su La Stampa scrivendo che “per rimettere in movimento le Istituzioni europee, minate nella loro autorità, occorre procedere parallelamente in due direzioni. La prima, dare concrete risposte su questioni urgenti e scottanti, fortemente sentite dalle popolazioni o comunque incombenti sull’azione dei governi nazionali e di Bruxelles. La seconda, rilanciare un discorso politico sul futuro dell’Europa, che ridia vigore all’ispirazione originaria del 1950”.
Federica Mogherini, in visita ufficiale a Washington per la prima volta dopo l’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, ha sollecitato gli Stati Uniti a «evitare interferenze» con le politiche dell’Unione europea. Il riferimento è alle prese di posizione del neopresidente americano su diversi temi di primo piano, dalla Brexit, da lui definita «una cosa meravigliosa» durante il recente incontro con la premier britannica Theresa May, alla crisi dei migranti.
Appesi al chiodo i “guantoni” da pugile, Donald Trump ieri lanciato il suo disegno di disgelo asiatico: ha giurato sulla bibbia della Realpolitik che da decenni regola i rapporti con la grande potenza rivale nella regione, la One-China, una sola Cina, quella di Pechino. E allo storico alleato giapponese, nel corso di un vertice alla Casa Bianca con il premier Shinzo Abe, ha promesso continuo e rinnovato impegno militare ed economico.