Politica Interna
Referendum: Nonostante la proposta del Ministro degli Interni, Angelino Alfano, di prolungare di un giorno il voto del referendum di ottobre sulla legge costituzionale per ampliare le possibilità di partecipazione e contrastare l’astensionismo, il Consiglio dei Ministri ha deciso ieri di scartare l’ipotesi non solo per il referendum, ma anche per le amministrative di giugno: si voterà, dunque, solo di domenica. Il passo indietro l’avrebbe fatto lo stesso Alfano, per evitare le polemiche sui costi – estendere i seggi di un giorno sarebbe costato circa 100 milioni di euro in più – e i discorsi sulle “strategie occulte” che sarebbero alla base dell’iniziativa. Intanto il Premier Matteo Renzi ha annunciato che la campagna referendaria inizierà sabato 21 maggio e avrà Bergamo come prima tappa. Inoltre Renzi ha parlato anche della creazione di un sito internet – che si chiamerà www.bastaunsi.it – per sostenere i cosiddetti comitati del “Sì”.
Roma/Amministrative: Continua la campagna elettorale per la corsa al Campidoglio, con una novità sul fronte del centrosinistra: il ritorno di Stefano Fassina con la lista “Sinistra per Roma-Fassina sindaco”. Il ricorso di Fassina contro la decisione del Tar del Lazio di escludere la sua lista è stato accolto dal Consiglio di Stato, permettendo così all’ex deputato del Pd di competere con Roberto Giacchetti per i voti dei sostenitori del centrosinistra.
M5S: Dopo la sospensione di Federico Pizzarotti, resa nota tramite il blog grillino, il Movimento torna a farsi sentire alla vigilia del giorno in cui verrà presentata la legge sui partiti in Commissione Affari costituzionali della Camera. Tra gli emendamenti proposti dai Cinque Stelle, ve ne sono due in particolare che hanno suscitato alcune polemiche: il primo, firmato da Danilo Toninelli, sopprime il comma con l’obbligo di democrazia interna per i partiti e i movimenti; il secondo propone l’obbligo di democrazia interna al sistema politico italiano. Davide Ermini, responsabile giustizia del Pd, ha definito “allergici” tali emendamenti, in quanto anti-democratici. Il Movimento ha, inoltre, respinto la richiesta di Pizzarotti di avere una riunione con il direttorio o con il gruppo parlamentare.
Politica Estera
Libia: Il vertice di Vienna tra Stati Uniti e Italia – rappresentati rispettivamente dal Segretario di Stato John Kerry e dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni –, assieme ad altri paesi occidentali, ha portato alla creazione di un nuovo piano d’azione per riportare stabilità in Libia e sostenere il governo di Fayez Al Serraj: nessuno dei partecipanti all’impresa manderà contingenti militari sul territorio libico, ma s’impegneranno a fornire le armi e ad addestrare le forze del luogo per combattere l’Isis. Su quest’ultimo punto è stato chiaro Serraj, dichiarando la necessità del Governo Libico di assumersi la piena responsabilità di fronteggiare il terrorismo con il giusto armamento e di non lasciare il peso di quest’obiettivo in mano a eserciti stranieri.
Vaticano: Intervenuto all’assemblea generale della Cei, Papa Bergoglio ha invitato i preti a dismettere strutture e proprietà, al fine di condurre una vita sobria e all’insegna della fede, definita come il “reale bisogno” di uomo di Chiesa. Secondo il Pontefice, la figura del sacerdote non dovrebbe andare alla ricerca di beni materiali e glorie temporali, ma dovrebbe condurre una vita “semplice ed essenziale”, dedicata all’aiuto del prossimo. Riguardo alle unioni civili, il Papa ha affermato che non spetta al Vaticano giudicare l’entrata in vigore di nuove leggi, poiché è un compito affidato al Parlamento italiano; d’altro canto, lo Stato deve essere aperto a ogni tipo di polemica, una volta passata la legge, e rispettare il diritto all’obiezione di coscienza.
Usa: Hillary Cllinton ha affermato che, in caso di vittoria alle prossime elezioni presidenziali, affiderà al marito Bill l’incarico di rilanciare l’economia statunitense. Questa dichiarazione servirà alla candidata democratica per recuperare il consenso della classe medio-basso.
Economia
Flessibilità: Domani il Governo Italiano otterrà il giudizio della Commissione Ue sulla politica economica proposta dal Ministro Pier Carlo Padoan. Sebbene il debito pubblico rimanga ancora alto (132,7%), l’Italia otterrà la massima flessibilità prevista dalle regole Ue, pari allo 0,75%, la quale permetterà di chiudere il 2016 con un deficit al 2,3% anziché all’1,4%. La flessibilità riguarderà le riforme economiche (0,50% del Pil), gli investimenti strutturali (0,25%), l’emergenza immigrazione (0,04%) e i costi della sicurezza (0,06%). In una lettera indirizzata al Vice Presidente della Commissione Valdis Dombrovskis e al Commissario agli affari monetari Pierre Moscovici, il Ministro Padoan ha giustificato la posizione italiana sul debito pubblico, sottolineando la grande difficoltà dell’economia italiana di attuare manovre di riduzione del debito nell’attuale situazione deflazionistica.
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