Politica interna
Pdl – Angelino Alfano continua sulla strada del sostegno al governo Letta, invitando Berlusconi a fare altrettanto, ma il Cavaliere chiarisce subito che su legge di Stabilità e decadenza è pronto a rompere. Alla vigilia del Consiglio nazionale l’ex premier non accetta che sia messa in discussione la sua leadership: “Se si contraddicono i nostri elettori non si va da nessuna parte. Anche Fini e gli altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita”. E invita gli “innovatori” capeggiati da Alfano ad ascoltare gli elettori “per non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita”. In caso di espulsione dal Senato Berlusconi avverte: “Come può pretendere il Pd che i nostri senatori e ministri collaborino con chi compie un omicidio politico?”. Alfano, intervistato da SkyTg24, invoca l’unità del partito e il sostegno al governo anche in caso di decadenza di Berlusconi: “Chi invoca le elezioni, che sarebbero un danno per il Paese perché se cade questo governo ne arriverebbe uno di sinistra, non dice che Berlusconi è comunque incandidabile”. Un’accusa di strumentalità ai “falchi”, che però hanno reagito accusandolo di “tradimento”.
Letta – Ai gazebo delle primarie del Pd ci sarà anche Enrico Letta, che non vuole rivelare il nome del “suo” segretario, anche se i suoi fedelissimi scherzano sula fatto che difficilmente possa trattarsi di Renzi. Il capo del governo inizia a temere che l’8 dicembre, quando Renzi diventerà segretario dei democratici, il suo partito possa venire contagiato dalla frenesia di far cadere l’esecutivo. Per esorcizzare Letta afferma che il prossimo leader, chiunque sia, “sarà fedele al governo” e rimarca come l’esecutivo abbia bisogno di un anno ancora per far maturare i frutti: “Chiedo di essere giudicato alla fine di questo percorso”, cioè alla fine del 2014. Ancora tredici mesi per convincere gli italiani che lui è uno “che quando prende degli impegni poi li mantiene”. Se tutto andrà come nei suoi piani, nella primavera del 2015 Letta avrà la forza per ricandidarsi a Palazzo Chigi con molte frecce al suo arco: aver riagganciato la ripresa, realizzato le riforme e aver portato a termine il semestre italiano di presidenza dell’Europa.
Lega Nord – Entro oggi a mezzogiorno coloro che vorrebbero succedere a Roberto Maroni alla guida della Lega Nord dovranno mettere per iscritto la loro candidatura. Poi ci sarà tempo fino al 30 novembre per allegare almeno mille firme di altrettanti sostenitori. Il primo a presentare la candidatura è stato Umberto Bossi, mentre il candidato ufficioso della segreteria, il vice di Maroni Matteo Salvini, lo farà questa mattina. Potrebbe partecipare alla corsa, tra gli altri, anche un peso massimo come il sindaco di Verona Flavio Tosi.
Politica estera
Iran – L’Iran non rinuncerà all’arricchimento dell’uranio, e quindi al suo programma nucleare, e non cederà a minacce o sanzioni. Questa la linea tenuta dal presidente Hassan Rohani, parlando all’Assemblea nazionale il giorno dopo il mancato accordo a Ginevra. Una posizione che va letta considerando che ieri Rohani parlava davanti a un bastione conservatore, critico verso l’accordo negoziale. Nelle stesse ore il segretario di Stato americano Kerry ha difeso la strategia negoziale, sottolineando che la trattativa ha fatto comunque progressi, mentre il premier israeliano Netanyahu ha espresso soddisfazione perché la fretta non ha prevalso. In queste dichiarazioni c’è il riposizionamento in vista del 20 novembre, quando i colloqui fra l’Iran e i “5+1” riprenderanno in Svizzera al livello dei tecnici.
Filippine – Le onde provocate dal tifone Haiyan si sono portate via città e villaggi nel centro delle Filippine, causando una catastrofe che ha provocato migliaia di morti. Da tre giorni la zona colpita è senza cibo, acqua ed elettricità, e moltissime persone sono rimaste senza una casa. Tacloban, la capitale di Leyte è finora il ground zero del disastro. L’Unità di crisi della Farnesina sottolinea che “allo stato attuale” non ci sono italiani coinvolti. Le autorità filippine, che si erano preparate evacuando 700mila persone, sono chiaramente sopraffatte. Il presidente Benigno Aquino pensa di proclamare la legge marziale contro gli sciacallaggi.
Economia e Finanza
Pensioni – Davanti alle telecamere di Domenica In il presidente del consiglio Enrico Letta parla di pensioni e dichiara: “L’indicizzazione va portata fino al compimento”. Vale a dire un ritorno dell’indicizzazione al 100% per quelle pensioni che non superano la soglia dei 3mila euro lordi al mese. Il disegno di legge di Stabilità va in questa direzione, ma per il momento è più timido. Reintroduce l’indicizzazione, cancellata con il decreto salva Italia, per tutte le pensioni al di sopra dei 1.500 euro lordi al mese, ma solo per gradi: la rivalutazione sarebbe del 100% fino a 1.500 euro, del 90% fino a 2mila, del 75% fino a 2.500 e del 50% fino a 3mila. Quella che arriva da Letta è, di fatto, la benedizione dell’intesa Pd-Pdl sulle pensioni. Il punto, come sempre, è dove trovare le risorse. Il Pd propone di togliere qualcosa ai pensionati più ricchi, mentre il Pdl vorrebbe prendere i soldi da altre voci e conferma le sue proposte sulla rottamazione delle cartelle esattoriali e sull’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie.
Ue – L’esecutivo Ue pubblicherà il 15 novembre una “pagella” sulle bozze di budget 2014 degli Stati membri dopo una discussione politica tra i Commissari che si terrà dopodomani. I governi degli Stati europei, contrariamente al passato, invieranno dei testi ancora sotto esame da parte dei Parlamenti nazionali. Quest’ultimo è un nuovo potere di controllo ex ante assegnato all’esecutivo Ue dal cosiddetto Two Pack. “Non ci attendiamo bocciature per nessuno dei big, ma sfumature di giudizio diverse, dove la Francia potrebbe incassare il voto peggiore”, spiega Fabio Fois, Southern European economist di Barclays. Per l’Italia gli addetti ai lavori si attendono un via libera condizionato.