Politica interna
Silvio Berlusconi – L’ex Premier si è rivolto direttamente al Premier Letta, proponendo una soluzione in grado di evitare la crisi politica e “aprire un’autostrada per il Governo”; basterebbe introdurre la non retroatttività della legge Severino: “Letta dica sì o no”. Ma da Palazzo Chigi è arrivata subito la doccia gelata, con Letta a ribadire la netta separazione tra governo e caso giudiziario. E ieri, nonostante un altro rinvio nella Giunta per il regolamento del Senato che deve deliberare sul voto segreto o palese, il clima si è surriscaldato dopo che la Corte d’Appello ha depositato le motivazioni dell’interdizione per due anni dagli incarichi pubblici: “La frode è aggravata dal ruolo politico del Cavaliere” e per questo l’interdizione “non può attestarsi sul minimo della pena”, a un anno.
Infine, la difficile giornata del Cavaliere è stata funestata anche da un incontro concitato con Alfano, che avrebbe sostanzialmente ribadito l’indisponibilità dei “diversamente berlusconiani” a far cadere il Governo anche se Berlusconi dovesse decadere in Parlamento.
Pd – Si è riaccesa la polemica interna al partito, con l’ex Premier D’Alema all’attacco di Renzi, giudicato povero di contenuti: “Ricorda quella pubblicità con Virna Lisa”, col motivetto “con quella bocca può dire ciò che vuole”. Il sindaco di Firenze, che oggi ribadisce la “lealtà” al Governo Letta in un’intervista a Il Messaggero, ha risposto a stretto giro, scusandosi con la signora Lisi per il paragone e pungendo D’Alema: “L’unico personaggio del passato che mi fa venire in mente D’Alema è D’Alema”.
M5S – Beppe Grillo ha assistito ieri alla seduta del Senato, dispensando giudizi caustici sull’attività dei parlamentari: “Questo è un parco giochi (…), Non ho visto nulla. Il nulla che si mangia il vuoto”. Il leader del Movimento ha promesso che non entrerà più in Parlamento e ha annuncianto che “la prossima volta arriverà Casaleggio”. E ieri Grillo è stato costretto a organizzare un incontro con Laura Bignami, senatrice pentastellata che aveva minacciato le dimissioni in caso di rifiuto, e altri dissidenti: i parlamentari non erano soddisfatti della decisione di chiedere l’impeachment per Napolitano.
Giorgio Napolitano – Ė tornato a spronare i partiti a mettere mano alla riforma elettorale. A un cittadino che lo invitava a dare al Parlamento “30 giorni di tempo per le riforme” prima di sciogliere le Camere, il Capo dello Stato ha ribattuto secco: “Fosse per me, di giorni gliene darei sette”.
Politica estera
Datagate – La National security agency è passata al contrattacco e durante un’audizione al Congresso il direttore Keith Alexander ha rivelato che “non i servizi hanno raccolto informazioni sui cittadini europei”, al contrario “questi dati erano forniti dai nostri partner Ue”. Alexander ha definito inoltre “infondate” le indiscrezioni diffuse dal sito Cryptome sulla mole di metadati raccolta dall’Nsa. Anche il Wall Street Journal ha citato le attività di supporto dei servizi segreti francesi e spagnoli.
Intanto il Cremlino, finito nella bufera per il caso delle chiavette-spia regalate ai leader europei, ha negato ogni addebito e ha bollato il dossier come “un chiaro tentativo di sviare l’attenzione da un problema realmente esistente, lo spionaggio Usa”.
Cina – Le autorità cinesi stanno seguendo la pista terroristica per l’attentato avvenuto ieri in Piazza Tienanmen, che ha provocato la morte di cinque persone e il ferimento di una quarantina. Inizialmente si era pensato al gesto di un folle alla guida di un Suv, ma i sospetti si stanno ora concentrando su due uomini di etnia ‘uigura’, che è maggioranza nella regione dello Xinjiang ed è animata da pulsioni separatiste.
Economia e Finanza
Fabrizio Saccomanni – Ha relazionato sulla legge di Stabilità al Senato, confermando la disponibilità dell’Esecutivo a rivedere l’impianto della nuova tassa sulla casa. Il Ministro è poi entrato in polemica col Pdl, lasciando intravedere la possibilità di abbassare la soglia dei 1000 euro per l’uso del contante e ha dovuto inoltre incassare le critiche sulla manovra di Bankitalia e della Corte dei Conti per “l’incertezza dei tagli che rischia di condizionare l’intera manovra” e per la riduzione del cuneo fiscale, che è realizzata “in maniera iniqua” perché esclude “25 milioni di contribuenti”, tra cui anche gli incapienti. Impietosa infine l’analisi dell’Istat, che tra l’altro ieri ha lanciato l’allarme sul raddoppio dei cittadini in povertà assoluta dal 2007 al 2012; secondo l’Istituto di statistica l’alleggerimento del cuneo porterebbe a un aumento medio in busta paga di 10 euro al mese.
City – La piazza finanziaria londinese sarà la prima in Occidente a emettere i cosiddetti “bond islamici”, i sukuk, prodotti agganciati alle norme etiche e religiose dell’Islam. Dal 2014 partirà anche l’Islamic market index, un indice composto da società che rispettano la sharia. Lo ha annunciato il Premier Cameron intervenendo al vertice che ha riunito a Londra il gotha della finanza musulmana.
Debito – Il Tesoro ha chiuso positivamente l’asta di Bot a sei mesi, con un boom di richieste (14,5 mld di euro con un rapporto domanda/offerta all’1,82) e rendimenti in calo allo 0,629%. Oggi si replica con il collocamento di Btp a 5 e 10 anni fino a 6 miliardi, mentre ieri, in una giornata di Borsa molto positiva (Milano +2,27%), lo spread col Bund si è ristretto fino a 240 punti base.