Politica interna
Intercettazioni – Ieri alla Camera il Pd ha evitato lo stallo depositando in Aula un emendamento destinato a smorzare le polemiche dei giorni scorsi: nella sostanza viene eliminato il carcere per i giornalisti che registrano (video e audio) di nascosto in tutti quei casi nei quali le registrazioni o le riprese costituiscono successivamente prova in un procedimento giudiziario. Superato questo ostacolo si profila però all’orizzonte l’apertura di un nuovo fronte con le toghe: ai magistrati non piace la previsione di un tetto di tre mesi per completare le loro inchieste. La discussione della legge delega sulla riforma del processo penale riprende oggi e, nonostante l’ottimismo del ministro Orlando, i 500 emendamenti da votare fanno supporre un rinvio a settembre dell’approvazione. L’argomento delle intercettazioni risulta quanto mai attuale: è di ieri la notizia che i due cronisti dell’Espresso, autori dell’articolo su Crocetta all’origine del polverone politico alla regione Sicilia, sono indagati dalla Procura di Palermo per l’ipotesi di reato di pubblicazione di notizie false.
Riforma della sanità – Ieri in Senato il numero legale è mancato per ben quattro volte, costringendo la presidenza ad aggiornare la seduta a oggi. Vuoti i banchi dell’opposizione ma hanno pesato molto le assenze tra le fila di Ncd e Pd. Il governo punta molto sul provvedimento, inserito all’interno del decreto enti locali, con il quale conta di realizzare risparmi per 7 miliardi nel 2017, introducendo anche un tetto a esami e analisi. Forti le critiche da medici e Regioni.
Comune di Roma – La coalizione guidata da Marino perde altri pezzi: Sel esce dalla giunta e d’ora in poi assicura solo il proprio appoggio esterno. Oggi il sindaco presenterà la nuova giunta frutto di un mini-rimpasto. Di certo la tregua tra Renzi e Marino è all’insegna del gelo: oggi il premier, in una lettera al Messaggero, prende le distanze dal caos politico in cui è piombata Roma e invita il sindaco a dare un segnale forte per il rilancio della città.
Politica estera
Lotta all’Isis – È un accordo di principio, con molti dettagli da definire, ma l’intesa tra Usa e Turchia potrebbe cambiare gli equilibri geo-politici della regione. L’accordo prevede la creazione, sul confine nord della Siria, di una “zona cuscinetto”, una striscia di territorio interdetta al Califfato, pronta ad accogliere e proteggere i rifugiati della guerra civile. Da definire la creazione contestuale di una “no fly zone”. Oggi il piano sarà esaminato a Bruxelles in una riunione straordinaria della Nato chiesta dal governo di Ankara.
Caso Marò – Alla conferenza degli ambasciatori italiani, Mattarella delinea le priorità in politica estera. Occasione per ribadire che l’Italia si batterà per riportare in Italia entrambi i fucilieri della Marina Militare.
Obama in Africa – L’Etiopia è stata l’ultima tappa del viaggio del presidente americano nel continente africano. Ieri Obama ha espresso forte preoccupazione per la guerra civile in Sud Sudan, dove si rischia di rivivere la tragedia già vissuta in Ruanda.
Economia e Finanza
Borsa cinese – Dopo tre settimane dall’ultimo, ieri un nuovo crollo di Shanghai, oltre l’8%, e di Shenzen (7%) che hanno trascinato al ribasso i mercati globali: Milano perde il 2,97%, peggiore performance tra le piazze europee. Gli operatori sono concordi nel ritenere che alla base della fuga degli investitori in realtà non ci sia nulla di concreto, si tratterebbe insomma di un panico di mercato in piena regola, di una reazione eccessiva alle recenti notizie sul calo di produzione dell’economia cinese e sui problemi del mercato immobiliare.
Occupazione – Monito dell’Fmi: la crescita in Italia è troppo lenta. A questo ritmo, per tornare ai livelli di occupazione pre-crisi, ci vorranno 20 anni. Immediata la replica del ministero dell’Economia: il Fondo Monetario non tiene conto delle riforme fatte e di quelle in cantiere.