L’enorme crisi sanitaria, economica e politica attribuita fino ad oggi al COVID-19, è in realtà dovuta ad un clamoroso errore di approccio alla malattia, in presenza del quale le cure si rivelano spesso tardive e inefficaci. Ascoltando i notiziari, il messaggio ricorrente è che il coronavirus “provoca” la malattia e in alcuni casi anche la morte. Di fronte all’incessante aggiornamento del numero di malati e di morti “a causa del coronavirus”, il nesso di causalità sembra del tutto incontestabile. Eppure, se accettassimo la premessa che il coronavirus sia la “causa” di malattia e morte, dovremmo necessariamente concludere che non ha alcun senso rafforzare il sistema immunitario come vorrebbe la prevenzione primaria; se essere infettati corrisponde ad ammalarsi, la sola cosa da fare è evitare il contagio e sottoporsi alle misure presentate dal governo, scappare e nascondersi, alimentando paure e senso di impotenza nocivi per il sistema immunitario. Se applicassimo la stessa logica in tribunale bisognerebbe condannare il proiettile che ha ucciso la vittima piuttosto che l’assassino che ha sparato. Che un rapporto di causa-effetto lineare tra virus e malattia sia insostenibile dal punto di vista scientifico si ricava prima di tutto dalla realtà dei fatti, constatando cioè che la maggior parte degli individui infettati non sviluppa sintomi di rilievo (1). In secondo luogo esso fa a pugni con gli assunti della teoria generale dei sistemi e con la causalità circolare della cibernetica, due capisaldi dell’attuale visione del funzionamento dell’organismo umano (2). L’errata convinzione che il virus sia la causa della malattia e della mortalità giustifica la totale assenza di prevenzione primaria e l’attenzione esclusiva a diagnosi, cure farmacologiche, terapia intensiva e ad un’ipotetica vaccinazione di massa (prevenzione secondaria e terziaria). Da un punto di vista medico è estremamente grave che nessun presidio di prevenzione primaria efficace, gratuito, senza controindicazioni ed applicabile immediatamente, sia stato promosso in difesa della salute pubblica. Se il coronavirus non è la causa della malattia, essendo impensabile che un virus o un qualsiasi microrganismo possano agire in modo diretto in un organismo complesso come il nostro, lo è invece un sistema immunitario deficitario e disfunzionale, l’organo di cui madre natura ci ha dotati per far fronte alle quotidiane invasioni virali e batteriche. Le cause di tale deficit sono fondamentalmente tre: • biologica (alimentazione, stile di vita, mancanza di mancanza di esercizio fisico, sole ed aria aperta) • psicologica (gestione delle emozioni, conflitti interni, tutti elementi fonte di distress che conduce a stati infiammatori cronici) • ambientale (inquinamento chimico ed elettromagnetico) È drammatico constatare che le misure prese dal governo e dalla cosiddetta “task force”, non solo omettano di rivolgersi alle cause reali dell’emergenza – rendendo impossibile o, alla meglio, temporaneo il suo superamento – ma le aggravino in maniera sempre più tragica, impedendo alla popolazione di mantenere degli stili di vita sani e generando un profondo malessere psicofisico, innanzitutto per la sottrazione delle libertà fondamentali, in secondo luogo per le più che legittime preoccupazioni economiche; addirittura, anziché promuovere un’indagine sulle condizioni ambientali delle zone maggiormente colpite, è stata consentita, anche durante la fase più stringente della chiusura, l’installazione di antenne per le telecomunicazioni in diversi comuni d’Italia, con inevitabili ripercussioni sull’inquinamento elettromagnetico. Affermiamo pertanto l’assoluta necessità ed urgenza di attivare, in sostituzione delle misure attualmente predisposte, tutti i presidi prevenzione primaria attualmente praticabili. È su ciascuno di essi che andrà ridisegnato l’intero modello sanitario, attraverso una politica che, finalmente, si prenda cura dell’essere umano e del suo benessere. Gruppo Salute M3V Il gruppo Salute M3V rappresenta l’opinione di oltre 1.000 medici in Italia e, attraverso il confronto sull’attualità, sulla prevenzione primaria psico-fisica e sulle cure, ricerca un modello sanitario sostenibile, da attuare istituzionalmente attraverso una politica della salute. (1) Si consultino in proposito i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. È più che plausibile che una quantificazione dei casi desunta con metodologie diagnostiche certe, vedrebbe il rapporto tra sintomatici ed asintomatici ridursi drasticamente. (2) La teoria generale dei sistemi ha condotto allo sviluppo di una visione complessa e interattiva dei processi che caratterizzano il funzionamento dei viventi, la cibernetica al costrutto di causalità circolare e feedback. Tra i molti si leggano Bertalanffy, 1968 e Wiener, 1950. |