L’ultimo saggio dell’arch. Costanzo dal titolo “L’architettura moderna nel Meridione d’Italia (1930-2019)edito dalla Giannini, prefazione di Giuseppe Diana, risulta perfettamente in linea con lo spirito e l’impostazione documentaria delle sue precedenti pubblicazioni (La Scuola del Vanvitelli, 2006, e Città fortificate, 2017). “Questo libro – ci spiega il prof. Costanzo – nasce dalla volontà di fare opera di storico e di critico narrando del Novecento, un secolo difficile, caratterizzato da profonde evoluzioni politiche, sociali e urbanistiche; un secolo che, negli anni tra le due guerre, ha visto nascere il Movimento Moderno, determinando una ricca mappa di situazioni anche al Sud.

Si tratta di uno studio in cui – per la prima volta – è stato considerato un ampio numero di architetti italiani e stranieri (oltre 400 professionisti) che hanno progettato opere significative, lasciando chiari segni dei loro linguaggi in diversi contesti del Mezzogiorno”. Un punto chiave del volume riguarda l’organizzazione dei testi, divisi in tre sezioni tematiche (territori della Campania, Puglia,  Basilicata, Calabria e Sicilia). La prima è incentrata sulle esperienze del ‘novecentismo monumentale’ e comprende una messe di singolari testimonianze fino alla caduta del regime fascista. Ai registri espressivi del periodo post-bellico (gli anni, cioè, del neorealismo architettonico e della ricostruzione), appartiene il secondo nucleo tematico dell’opera che allarga la sua disamina fino allo scorcio del decennio ’70, caratterizzato dalla presenza di numerosi architetti, artefici di nuovi linguaggi locali.

L’ultima sezione del saggio è dedicata ai repertori dell’architettura dei nostri giorni, con un tracciato costellato da presenze di progettisti, strutturisti e critici. Nel complesso vengono analizzate nuove e originali storie professionali, inseme a importanti indirizzi espressivi di protagonisti, non sempre originari del Sud, che mettono in luce le loro ricerche compositive più avanzate e i loro molteplici campi disciplinari fino agli anni del postmodernismo.

“Spesso – evidenzia ancora l’architetto Costanzo – trovandomi di fronte a monografie di protagonisti poco conosciuti, la cui attività mi appariva incompleta, ho dovuto produrre nuovi testi arricchendoli di apporti storici e aperture critiche, come nel caso di diversi architetti giudicati di ‘seconda fila’ dalla critica specialistica del passato, ma che invece hanno dimostrato di essere dotati di buona sensibilità e senso progettuale acutissimo”. L’originale volume, particolarmente interessante per la sua completezza geografica, è corredato da un ricchissimo corpus di materiale illustrativo e da una fitta serie di Appendici documentarie.