Il divario Nord-Sud comincia con la disparità di trattamento fra le due aree del Paese cominciata subito dopo l’Unità. O, meglio, la falsa Unità. Prendiamo, ad esempio, il caso delle infrastrutture, che ancora oggi segnano una profonda differenza fra le due aree del Paese.

Per le opere idrauliche, ad esempio, nei primi anni dopo il 1860, il nuovo stato sabaudo spese 480 milioni per il Nord e solo 2 per il Sud. Oltre al danno dei mancati investimenti, anche la beffa della mancanza di lavoro e ricchezza per l’indotto relativo

Prima del 1860, la pianura padana, non era altro che una palude e che, mentre i nostri avi viaggiavano a Napoli in splendide carrozze illuminate dalla luce di lampioni a gas (1839 Napoli prima illuminazione di una  città italiana, terza nel mondo dopo Londra e Parigi), in Padania lavoravano nei campi.

Per non parlare degli investimenti pubblici per coste e spiagge: si spesero 216 milioni al nord e 86 milioni al sud e per chi non lo sapesse le coste del sud sono quattro volte più lunghe di quelle del nord.

Ferrovie: nel 1860 in Italia c’erano 2000 Km di ferrovie, in soli cinque anni se ne costruirono 3000 Km al nord.Nei primi 4 anni del nuovo Regno si erano spesi 2732 milioni per il Nord ed 856 per il Sud.

Ultima annotazione, dal momento che oggi si parla di autonomia differenziata e il Nord vuole trattenere buona parte del gettito raccolto nelle sue aree. In realtà il federalismo fiscale è cominciato già dal 1861 quanto, su 100 lire di tasse incassate al Nord lo Stato ne spendeva 90 sempre al Nord.