“La terra dei fuochi non è solo a Caserta. Ortaggi e verdure coltivati sopra rifiuti e veleni, prodotti arrivati sulle tavole degli italiani: oggi siamo a Terni in Umbria, nella terra di Francesco, nella città di San Valentino.
Grazie a una serie di interrogazioni presentate dal gruppo consiliare del M5S e all’inchiesta della coraggiosa testata online locale Ternioggi.it, è venuta alla luce una verità rimasta nascosta per più di un decennio all’interno degli atti della Regione Umbria.
VIDEO Terra dei fuochi: il grande imbroglio
I possibili contaminanti sono: metalli pesanti, Idrocarburi, solventi, alifatici clorurati cancerogeni, PCB, amianto e diossine. E questo però non ha impedito di produrre ortaggi, senza che le istituzioni preposte alla tutela della salute pubblica muovessero un dito. Secondo le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti, verdure e altri alimenti sono stati pure venduti a supermercati e mercati ortofrutticoli, arrivando direttamente sulle tavole di ignari consumatori.
A Terni c’è già un sito di interesse nazionale da sottoporre a bonifica, un’area di ben 655 ettari in cui insistono le discariche siderurgiche Thyssen Krupp. Ma a Terni si attesta la presenza anche di altri 17 siti di interesse regionale, fra queste, sei discariche oggetto dell’approfondimento di Ternioggi.it: ex cava Sabbione, ex discarica Polymer, Maratta 1, Maratta 2, Vocabolo Fiori 1, Vocabolo Fiori 2.
Attraverso un’attenta lettura del Piano Regionale per la bonifica delle aree inquinate è emerso infatti che alcune di queste aree sono tuttora destinate a uso agricolo. Addirittura per una di queste nel documento ufficiale della Regione si legge “Negli anni dal 1980-1985 le cavità originarie sono state colmate mediante l’apporto di rifiuti provenienti in prevalenza dai centri urbani dei comuni di Terni e Narni. L’area è stata ricoperta con terreno per circa 1 m ed è attualmente coltivata.” Due di queste invece sono ulteriori ex discariche siderurgiche attive dall’800 e su cui sono presenti orti ed aree coltivate con terrazzamenti.
Il tratto comune di questa storia è la mancanza della pur minima informazione e l’assenza di interventi da parte delle istituzioni.
A più di dieci anni dal censimento e dalla promozione del piano, nessuna delle operazioni di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica è stata finanziata da una Regione Umbria che ha ignorato tale delicata situazione anche nella Valutazione Ambientale Strategica dei vari Piani di Sviluppo Rurale che avrebbero potuto finanziare compensazioni economiche per gli agricoltori e avviare un primo possibile risanamento.
Questa è l’Italia signori, dove una classe politica cieca e collusa e istituzioni incapaci di tutelare la salute pubblica stanno dilapidando il patrimonio più importante che abbiamo a disposizione: la nostra terra e le nostre produzioni locali di qualità, la nostra autonomia alimentare, frutto della biodiversità e di tradizioni poste oggi in serio pericolo”
Thomas De Luca – portavoce comunale M5S al Comune di Terni
Andrea Liberati – portavoce regionale M5S Umbria