Il Fondo monetario vede qualche progresso nel percorso di risanamento finanziario dell’Italia. Nel medio termine è atteso un surplus strutturale di bilancio, pari allo 0,5% del Pil, che in prospettiva faciliterà l’ abbattimento del debito. Restano, però, «rischi significativi» e gravi ritardi. Due i più vistosi: Il costo del lavoro nel settore privato e l’efficienza della pubblica amministrazione. Domani il board del Fmi si riunisce a Washington per discutere e approvare il Rapporto sull’Italia. A dieci anni dall’esplosione della peggiore crisi economica avvenuta in Occidente dalla Grande Depressione del 1929, ci troviamo ora a registrare in Italia i primi segnali di ripresa. Ma intanto abbiamo perso da un quinto a un quarto della capacità produttiva del nostro Paese, e il Mezzogiorno è quello che nel frattempo ha subito l’impatto più duro sotto il profilo economico e sociale. L’economia delle regioni del Sud è in lenta risalita, grazie soprattutto all’industia e alla nascita di nuove imprese (+29,1% per le sole start-up innovative). Nel primo semestre 2017 è proseguita la crescita moderata dei due anni precedenti. E’ l’analisi di Check up Mezzogiorno, realizzato da Confindustria e Srm. La disoccupazione però resta alta, soprattutto quella giovanile che è al 56,3%, doppia rispetto al resto del Paese.