Il libro di Giuseppe Di Matteo si legge con irruenza. Perché? Il motivo è presto detto: il titolo “Meridionale, frammenti di un mondo alla rovescia”, incarna il mondo del Sud con una realtà disarmante e aspra. Il nostro autore scrive: “Nel sonno della calce grida in silenzio la dignità delle formiche che un tempo eravamo”. I versi sono un urlo di dolore verso ciò che gli abitanti del Sud erano e potrebbero sempre essere, se le vicende storiche del Risorgimento, non avessero imbrigliato le anime meridionali. I pregiudizi su chi viene dal Sud, sono una “tranche de vie”, dolorosa in quanto si è riconosciuti dal modo di scandire le parole…e anche dopo un corso di dizione, viene scoperta la provenienza. Ma questa differenza tra Nord e Sud, è anacronistica in quanto “è cambiato il tempo. Resta solo l’ulivo sul lato stanco dell’uomo”. Questi versi evidenziano lo scorrere del tempo, il vissuto dell’uomo ormai stremato, l’impotenza della Storia nel sorreggere le delusioni e rimane solo la forza della natura. E’ come raggiungere l’illusione di ciò che si potrà compiere, affrontare l’ignoto per una patria da inventare e da inventarsi. Ignazio Silone scriveva: “Crescere richiede una intera vita…”. E noi guarderemo al presente per una rinascita completa.
Rosa Mannetta