C’era chi arriva in auto, la parcheggiava davanti all’assessorato per pochi attimi: il tempo per strisciare il badge, risultare presente al lavoro e riprendere la macchina per andare a fare compere. C’era chi invece era incaricato di coprire il collega assente segnalando la presenza con la tessera magnetica. Oppure digitando su uno dei computer. E chi invece entrava con la password del pc dell’amico, che risultava al lavoro e invece era andato in gioielleria per acquistare un regalo. Una sorta di costume diffuso, con la connivenza di vari operatori, che si prestavano in maniera disinvolta a favorire il ritardo nell’ingresso o l’anticipo nell’uscita o addirittura ad assentarsi per alcune ore nel corso della giornata.

E’ stata la moglie gelosa di un dipendente a denunciare tutta la Guardia di Finanza, temendo il tradimento del marito.

Le telecamere nascoste hanno firmato 42 impiegati assenteisti. Quello che colpisce è il numero delle ore indebitamente pagate dall’ente pubblico che superano le 400.

Quarantuno i dipendenti che sono finiti agli arresti domiciliari, ad altri 11 è stato notificato l’obbligo di firma altrimenti sono stati denunciati a piede libero. L’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza, annunciato la costituzione di parte civile, minaccia anche licenziamento 5 dipendenti. Infatti sono già stati coinvolti in altre indagini.