Il manovratore della funivia Stresa-Mottarone ha detto: “Mi sento un peso enorme sulla coscienza. Prego e faccio i conti con me stesso e faccio i conti con Dio”. Egli ha detto di aver manomesso il freno di emergenza. Ha inoltre, aggiunto: “La funivia funzionava a singhiozzo. L’impianto idraulico dei freni perdeva olio e le batterie si scaricavano continuamente. Il problema si ripresentava, serviva altra manutenzione”. E per la strage avvenuta in funivia, un dipendente della struttura ha affermato che il tecnico ordinò di far “funzionare l’impianto con i ceppi inseriti anche se non erano garantite le condizioni di sicurezza”, anche se il sistema frenante aveva dei problemi. Un altro testimone, ha detto di “essere allibito che ci fosse un ceppo inserito”. Nelle ultime ore Tadini è agli arresti domiciliari. Sono tornati liberi, il gestore dell’impianto e il direttore di esercizio dello stesso. In primis, perché il cavo si è spezzato? Quanti dipendenti sapevano che i freni funzionavano male? Questo è il lato oscuro della vicenda per ciò che riguarda le responsabilità di ognuno. La superficialità collettiva ha condotto alla morte 14 persone. Il piccolo Eitan, l’unico sopravvissuto alla strage della funivia, ha iniziato a mangiare. Questa è un’ottima notizia. Il resto è solo dolore. Poteva essere evitata la tragedia? Si dovranno esperire altre indagini. La cosa evidente è che più persone avranno sulla coscienza le 14 vittime. La notte per costoro potrà essere lunga. Potrà essere un lungo incubo. Costoro non lo riveleranno mai. Giovanni Papini scriveva: “Il denaro ogni giorno porta la morte…”. Il desiderio di guadagnare nel dopo pandemia, ha causato la morte di persone ignare.

Rosa Mannetta