I rifiuti della discarica a cielo aperto presente in un campo rom a ridosso dell’aeroporto di Capodichino sta creando problemi agli aerei, che spesso impattano contro grandi gabbiani attirati in zona dalla presenza di rifiuti. La circostanza e’ emersa nel corso della riunione della Commissione Politiche sociali e dell’immigrazione del Consiglio comunale di Napoli, svolta questa mattina congiuntamente alla Commissione mobilita’. La riunione ha affrontato, anche con la partecipazione del presidente della Quarta Municipalita’ Armando Coppola, la questione del campo rom in Via del Riposo che, ha spiegato il consigliere Carmine Sgambati nella sua introduzione, “rappresenta un problema drammatico in quanto, comprendendo al suo interno una discarica a cielo aperto, abusiva, crea un rischio igienico sanitario per i cittadini, essendo nella zona presente un forte insediamento abitativo”.
I rifiuti della discarica creano pero’ anche problemi all’aeroporto di Capodichino, come confermato dalla dottoressa Pizzinetti dell’Enac, l’Ente nazionale per l’Aviazione Civile: sono numerosi infatti i casi segnalati di impatto tra gli aerei e i grandi gabbiani, attirati in zona proprio dalla presenza di rifiuti. Le misure che la comunita’ aeroportuale mette in atto per vigilare e mitigare il fenomeno sono state esposte dal direttore della Gesac, Sandro Mattia: dissuasori e vigilanza 24 ore su 24 sulle piste.
Tuttavia, il fenomeno, seppure sotto controllo, resta preoccupante. L’assessore al welfare del Comune di Napoli Roberta Gaeta, presente alla riunione, ha raccolto l’allarme, impegnandosi ad “analizzare il problema con i diversi soggetti coinvolti per la legalita’, l’igiene e la salute”, precisando che “la materia dell’intervento sui campi rom e’ complessa e articolata”. Sull’insediamento di Via del Riposo, ha concluso Gaeta, “si sta lavorando, in collaborazione con gli assessorati all’Ambiente e al Patrimonio, innanzitutto a coinvolgere tutte le autorita’ presenti sul territorio allo scopo di trovare una soluzione, coscienti che il semplice sgombero di un campo non risolve il problema, come e’ stato dimostrato in altri recenti casi”.