L’Italia cresce nella sofferenza, oltre che umana ed economica, anche e soprattutto nel suo fare culturale. L’Italia della cultura e dei saperi è in una condizione di grave e sofferta crisi.

Nel mondo italiano è stato colpito in modo grave, il cuore della cultura trasmessa attraverso i Libri; è stata colpita soprattutto quella fascia di lettori italiani interessata e fortemente, ai saperi; interessata e fortemente a leggere, soprattutto i Libri di saggistica, oggi assolutamente indifferenti ai più che, non leggendo hanno tristemente determinato la crisi degli editori, con le sempre più cancellate ricche ed interessanti collane di saggi che affrontavano i problemi dell’insieme umano e sociale, partendo dal mondo del pensiero del passato e guidando saggiamente i percorsi del futuro possibile che si possono costruire solo con la forza insostituibile della cultura e dei saperi condivisi.

Che si costruiscono insieme, allargandone le conoscenze al più alto numero di popolazione possibile; tanto, soprattutto nelle fasce alte, per poi, con un insieme partecipato, trasformare le idee in fatti concreti, creando così, percorsi di crescita umana e sociale, per un nuovo umano e sociale in cammino verso i tempi umanamente nuovi.

Verso quei tempi che, per non essere tempi tristemente negati, hanno assolutamente bisogno dei saperi e della cultura illuminante dei pochi al fine di farla diventare cultura di vita dell’intero insieme umano e sociale. Purtroppo, l’Italia ha tristemente interrotto questo saggio percorso.

Chi doveva acquisire il sapere facendo della cultura uno strumento diffuso di crescita umana e sociale, con indifferenza l’ha dismesso; con grave indifferenza, la fascia alta di scolarizzazione, chiusa in se stessa, si è lentamente negata ai libri.

Ai tanti libri del sapere, partendo dal mondo antico che editori saggi ed illuminati andavano pubblicando, fornendo quella saggistica intelligente che alimentava la crescita umana e culturale del singolo e del suo insieme umano e culturale di riferimento, contaminando così facendo, positivamente anche le masse fortemente attente ai saperi ed ai Libri che consideravano l’insostituibile vangelo della cultura italiana.

Una cultura che, oggi è in crisi; una cultura fortemente dismessa nella più generale e diffusa dismissione italiana.

Tanto, con grave danno per la società nel suo insieme che, cammin facendo ha subito delle vere e proprie battute d’arresto, regalando (si fa per dire) all’Italia l’amaro destino italiano di un futuro d’insieme italiano sempre più negato; sempre più cancellato, non solo e tanto, per un diffuso e crescente malessere economico, ma anche e soprattutto per un grave e sempre più diffuso malessere culturale e dei saperi negati, una grave sofferenza per la crescita italiana d’insieme; tanto, con gravi sofferenze per il futuro italiano, sempre più tristemente negato.

L’Italia è sempre più dismessa; è sempre più dalla cultura negata, per la sua società liquida e senza saggi valori di riferimento.

C’è, sugli orizzonti italiani, un crescente niente italiano; un niente italiano che ci fa tanto male come insieme italiano poco saggio e sempre più del tutto indifferente ai valori, alla cultura, ai saperi ed a quell’insieme umano che sa produrre idee condivise, trasformandole saggiamente in percorsi di vita presente e futura.

Purtroppo questa nostra Italia gravemente ammalata, non ha niente di tutto questo; rifiuta, per grave nanismo diffuso, il “buono”, l’”eccellente” italiano, al fine di rifugiarsi in un mondo virtuale del niente che non serve, anzi fa male, tanto male, al futuro italiano.

Un male, una sofferenza umana ed individuale che si tocca con mano per il suo fare diffusamente dismesso e dal futuro sempre più negato.

Il “primo” italiano colpito dalla grave dismissione della nostra Bella Italia, all’inizio del Terzo Millennio, è proprio il mondo dei saperi e della cultura; dei buoni e saggi saperi e di quella cultura che serve per crescere umanamente, elevando il popolo-massa, da suddito a cittadino.

Le tristi condizioni italiane, dal punto di vista culturale, per tutto quanto detto sopra, sono soprattutto e prima di tutto, l’amaro frutto italiano di un grave vuoto politico, il cui mondo, altrettanto fortemente dismesso, naviga a vista, producendo scenari italiani confusi e sempre più incerti; scenari italiani sempre più tristi e dal futuro negato.

Purtroppo, i mali della mala Italia, proprio non finiscono mai! proprio non finiscono qui!

Si accaniscono contro la gente italica che non sa assolutamente che fare ed a chi santo votarsi.

La triste condizione di smantellamento italiano riguarda tutto e tutti dell’Italia; in modo nuovo e disumanamente grave, riguarda, prima di tutto, la dismissione della conoscenza e dei saperi; tanto, soprattutto da parte di quell’èlite italiana, nel tempo della saggia italianità, fortemente attenta alla cultura; attenta ai saperi ed alla lettura coinvolgente, il primo ed insostituibile strumento di quel protagonismo culturale che fa la differenza, rendendo l’uomo attivamente cittadino e protagonista di futuro.

L’allarme, di tanto malessere italiano, viene dalla Guerini e Associati Editore. Una Casa Editrice fondata a Milano nel 1987, con l’obiettivo di promuovere la saggistica italiana, un importante settore librario italiano di grande rilevanza e particolarmente caro al pubblico dell’èlite italiana, un nome sociale che, rappresentava, forte di una vasta conoscenza culturale, con i suoi fondamenti nella saggistica, la palestra di una classe dirigente dinamicamente protagonista del futuro italiano concretamente possibile; di un futuro basato, prima di tutto e soprattutto, sui saperi e sulla conoscenza.

Con animo triste, Angelo Guerini, patron della Casa Editrice milanese Guerini e Associati, parla di una profonda crisi nel mercato librario con gli italiani e soprattutto l’èlite italiana che, tradendo se stessa ed il suo passato di saperi e conoscenza ha, con un fare senza senso, deciso di non leggere più; tanto, facendosi male ed in senso più generale, facendo male alla società italiana culturalmente e con un grave danno per tutti, fortemente impoverita, per effetto di un grave deficit umano e sociale che diventa, cammin facendo, la prima causa italiana del futuro negato; del futuro italiano sempre più cancellato.

L’Italia ammalata di futuro, fortemente in mano alle lobby, non può né vuole fare ripartire il futuro, carico di dismissioni, sempre più avvitato ad un presente senz’anima che vive tristemente una condizione umana dismessa e dalla speranza di un futuro possibile, disumanamente cancellato.

Perché tanto e tale disastro italiano? È un disastro che viene da lontano ed ha le sue radici profonde nel fare antropico; un fare italiano fortemente radicato, che è alimentato dall’indifferenza diffusa per il bene comune.

Tanto, con un fare antropico individuale e collettivo che si avverte solo se c’è in ciascuno una giusta attenzione per la cultura e per i suoi valori.

Un’attenzione umana che è positivamente parte dei Libri, una grande risorsa di cui, oggi più che mai, non se ne sa assolutamente riconoscere l’importanza ad un punto tale da rifiutarli, soprattutto se si tratta di libri di saggistica contenenti il pensiero e le idee saggiamente importanti da conoscere per crescere insieme ed insieme costruire i giusti percorsi di vita, evitando, così facendo, il caos umano e l’invivibilità diffusa, una condizione triste che, oggi come non mai prima, è parte di Noi.

Purtroppo l’Italia con un fare rassegnato, fa passi da giganti all’indietro.

In tutte le sue cose e soprattutto le sue cose culturali, un tempo eccellenti, sono oggi, sempre più negate; tanto, con grave danno italiano.

Tanto con passi indietro che rendono tristi gli scenari italiani sempre più negati al futuro possibile.

Perché l’Italia non legge? Perché tanta diffusa indifferenza per la Cultura ed i Libri, sempre più indifferenti anche all’èlite italiana, al punto di fare dell’Italia, un Paese dal futuro negato?

Di fare dell’Italia un modello delle mode fotocopiate; un Paese dell’avere e dell’apparire, secondo le regole ed i canoni di un mondo globale da cui non si salva niente e nessuno.

Da cui anche l’Italia è stata violentemente coinvolta in un fare da mode senza senso ed in un fare fotocopia dei comportamenti di umanità disumana, indifferente a tutto; di umanità del nulla che non vuole pensare e che vive vegetando, con un fare indifferente a tutto.

Negli anni ottanta, non era assolutamente così! Erano gli anni in cui in Italia si leggeva e ci si confrontava, partendo prima di tutto, dalle idee; dalle tante idee presenti nei Libri di una saggistica capace di dare il giusto impulso d’insieme, per saper costruire da protagonisti, un’Italia Nuova.

Erano pubblicati in Italia tanti buoni Libri utili a saper leggere e bene interpretare il cambiamento epocale, da parte dei tanti lettori attenti, con alla base un’alta scolarizzazione.

Sono questi con altri i lettori oggi cancellati; i lettori che si negano al Libro, utile e saggio strumento di conoscenza, facendo dell’Italia un crescente deserto; tanto, con un grave danno per il futuro italiano, sempre più orfano dei saperi, una grande risorsa per guardare con un fare intelligentemente saggio, al futuro italiano umanamente possibile, ma di fatto, così facendo, sempre più disumanamente negato.

Dove va questa nostra Italia? Chi legge e che cosa?

Forse ancora ci sono quelli che leggono le barzellette di Totti ed i Libri commerciali affidati alla grande distribuzione tipo AMAZON con offerte di Libri sempre più appiattite verso il basso che non producono, leggendoli, alcuna utilità per i saperi e la conoscenza individuale e/o per l’insieme sociale di riferimento.

È, oggi come non mai prima, l’èlite italiana, la classe dirigente italiana, sempre più indifferente a tutto; sempre più indifferente, a non leggere ed a volgere lo sguardo altrove di fronte al crescente e diffuso malessere italiano; di fronte alle tante sofferenze italiane, non ultima quella della cultura sempre più cancellata; sempre più circondata da grave e … diffusa sofferenza italiana che, oltre al presente, coinvolgerà di sé e non poco, anche il sempre più NEGATO FUTURO ITALIANO.

Per questa grave crisi di cultura, di valori e di saperi, c’è tanta, tanta grave indifferenza mista a tanta, tanta sofferta amarezza italiana, espressione di un’anima spenta e fortemente chiusa in sé stessa che è assolutamente indifferente al futuro; che, vive di presente e fa dell’Italia nostra un Paese dal futuro negato, cancellando, così facendo, il suo mondo di saperi, partendo dal saggio mondo dell’ESSERE, una grande ricchezza italiana, universalmente intesa e ben conosciuta come PATRIMONIO IMMATERIALE DEL MONDO nel suo inscindibile insieme PASSATO – PRESENTE -FUTURO.

 

 

 

Giuseppe Lembo