“Da tempo diciamo che occorre intervenire in maniera seria sul cuneo fiscale, perché quello è il fattore che più ci penalizza rispetto alle economie avanzate. Più di 35 punti di svantaggio competitivo rispetto alla Germania sono un abisso che non possiamo pensare di colmare facendo leva sempre sulla nostra creatività e fantasia”.
Con una lettera al Corriere della Sera il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi interviene nel dibattito sulla riduzione delle tasse che si è aperto nei giorni scorsi, dopo l’annuncio del premier Matteo Renzi di voler intervenire con un taglio da 10 miliardi. Inizialmente il taglio avrebbe dovuto riguardato – come annunciato dal presidente del Consiglio nel suo discorso alle Camere – il costo del lavoro. Domenica sera, spiazzando un po’ tutti, il premier ha annunciato di voler intervenire a favore delle famiglie con “qualche decina di euro in più in busta paga” a chi ne guadagna fino a 1.500 al mese. Grande delusione da parte del mondo industriale.
“Un miglioramento di competitività di costo si tradurrebbe immediatamente in effetti positivi sia sull’occupazione, sia sulla competitività d’impresa. È strutturale, agisce in profondità. Non si tratta di una misura fatta per gli imprenditori: non siamo iscritti al club Irap o Irpef. Siamo da tempo convinti che la questione chiave è la riduzione del cuneo pagato dalle aziende. Ridurlo – spiega il laeder degli industriali – vorrebbe dire venire incontro a chi produce e genera valore in Italia, allo sforzo di chi crede nel nostro Paese. La riduzione del costo del lavoro agirebbe in favore degli occupati e di chi un lavoro purtroppo oggi non ce l’ha, ma lo avrebbe se il suo costo gravasse meno sul bilancio delle imprese”. E ancora: “Sarebbe interessante chiedere agli italiani se vogliono un lavoro o qualche decina di euro in più in tasca. (…) Se avessimo destinato alla riduzione dei costi impropri del lavoro e dei tanti colli di bottiglia che bloccano le assunzioni, l’energia e il tempo che abbiamo perso in una disputa ideologica anacronistica, pregiudiziale e sterile, la crescita la terremmo già stretta tra le mani. Forse molti giovani sarebbero occupati”.