Con 405 voti contrari, 154 favorevoli e 3 astenuti, la Camera ha respinto la mozione di sfiducia individuale presentata dal Movimento 5 stelle nei confronti del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, per le sue telefonate coi familiari di Giulia Ligresti, arrestata e scarcerata per la vicenda Fonsai. Nel suo intervento Cancellieri ha ribadito quanto affermato la settimana scorsa nell’informativa sul caso, affermando di non aver mentito “al Parlamento né ai magistrati” e aggiungendo che “da parte mia non c’è stata alcuna reticenza”.
“MAI MENTITO AL PARLAMENTO”
Il Guardasigilli ha ringraziato “il presidente del Consiglio e il Governo per un sostegno che non è mai mancato”. “Confido che il Parlamento mi confermi la fiducia, ha proseguito. “Ho avuto difficoltà a comprendere i confini delle contestazioni che mi venivano mosse”, sottolinea Cancellieri. “Se avessi avuto il minimo dubbio sul mio operato – dice -, non avrei atteso un istante a lasciare l’incarico ad altri. Nella mia carriera non è mai venuto meno il principio secondo cui nessuna posizione personale può essere anteposta all’interesse del Paese”. La titolare della Giustizia è entrata poi nel dettaglio della vicenda, così come si è evoluta dal precedente dibattito sulla fiducia. Partendo da una premessa: “Non ho mentito al Parlamento né ai magistrati su alcun elemento di fatto utile a chiarire la vicenda e non ho mentito sulle mia amicizia con Antonino Ligresti”. Sulla terza telefonata ad Antonino Ligresti, ha precisato, “non vi è stata alcuna reticenza, lo dimostrano i contenuti del verbale. Lo stesso magistrato – aggiune Cancellieri – ha ritenuto di non dovere chiedere ulteriori chiarimenti”. Il ministro ha poi sottolineato che “se non avessi fornito io contenuti di quelle telefonate non intercettate, mai sarebbero stati noti”. E ha respinto “con assoluta fermezza il sospetto che l’esito della vicenda Ligresti dimostri che c’è una giustizia di classe che distingue tra detenuti di serie A e detenuti di serie B”.
BRUNETTA: PARLAMENTO SALA GIOCHI DEL PD
Nel corso del dibattito, il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, ribadendo la fiducia personale al ministro, ha però duramente attaccato il partito democratico, reo a suo avviso di aver sollevato una tempesta politica per problemi meramente interni: “quello del Pd – ha detto Brunetta – è un voto di fiducia fasullo e insincero, una finzione allestita in un parlamento trasformato in sala giochi per i renziani e i civatiani”. Lo ha detto in aula alla Camera Renato Brunetta, capogruppo Forza Italia. Brunetta ha detto che la Cancellieri è stata “bersaglio tattico” in un “rito macabro in cui significato è tutto interno alla lotta per la segreteria del Pd” e un “implicita sfiducia a Lei, presidente Letta”. “Chi mira alla stabilità del suo governo? – chiede Brunetta – E’ il suo partito, il Pd. Renzi, ormai capo del Pd, vuole sloggiarla al più presto”. “Oggi il Pd – ha concluso – infila un cappio doppio attorno al collo del premier”. In effetti, la questione era stata al centro dell’assemblea del Pd tenuta martedì sera. Seduta nella quale il presidente del Consiglio Enrico Letta ha di fatto blindato la poltrona di ministro con un appello “breve”, “asciutto” e “senza retorica” alla responsabilità e a sostenere il governo, respingendo gli attacchi di Renzi e Civati.
CIVATI A CUPERLO: STR…
Quest’ultimo, però, pur allineandosi alla maggioranza del partito, non ha mancato di manifestare il proprio malumore sia in aula che sul web: “I miei compagni di partito – ha scritto Civati – hanno deciso diversamente, accogliendo l’ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla. In particolare a Gianni Cuperlo, che pure aveva manifestato dubbi sulla condotta della Cancellieri, contesta di aver usato “parole di disprezzo per la mia iniziativa, supportata da 15 parlamentari tra Camera e Senato. Il Pd si merita un altro gruppo dirigente – ha aggiunto – persone che non facciano gli stronzi con le minoranze quando sanno di essere maggioranza (e quando sanno di avere la platea favorevole: che tristezza), che non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che gli dice chi comanda”.
M5S: COMPORTAMENTO NON PENALE MA PENOSO
Tornando al dibattito in aula, il rappresentante di M5S, Andrea Colletti, ha attaccato duramente il ministro, attribuendole un comportamento “che non avrà risvolti penali ma sicuramente ne ha di penosi. Cancellieri – ha aggiunto – si è messa a completa disposizione di una famiglia dedita alla delinquenza finanziaria, a disposizione di una che appena è uscita dal carcere se ne è andata a fare shopping nei negozi di grandi firme. Lei non ha mentito ma ha volutamente omesso di dire la verità: il che è subdola reticenza”. Poi, l’attacco al Pd: “Qui non è questione di politica ma di giustizia e moralità. Votate la mozione di sfiducia alla Cancellieri o semplicemente vergognatevi”.
EPIFANI: SI’ A FIDUCIA, MA ALCUNE COSE NON CONVINCONO
Dopo M5S, è stata la volta del segretario del Pd Epifani: “Il Pd – ha detto l’ex-segretario della Cgil – non voterà la sfiducia. Il governo è alle prese con un compito essenziale, pensiamo alla stabilità, resa difficile da una dinamica che non è quella che vorremmo, e alla crisi che continua a dilagare con conseguenze sull’occupazione. In quella telefonata ci sono cose che non ci hanno convinto da subito e che il ministro ha ripetuto anche oggi. Le voglio dire con chiarezza – ha precisato rivolgendosi al ministro – che quello che non va in quella telefonata non è quello che c’è, ma quello che manca, ovvero: ‘Opererò nel rispetto dei doveri che la mia funzione mi impone’. Nel momento in cui le diciamo di andare avanti è importante che ci sia l’impegno di rimuovere con forza i dubbi che ancora rimangono. Trovi lei il modo anche visibile per consentire a chiunque di poterle fare una telefona o accedere a una procedura cosi’ che chi non ha voce possa farsi ascoltare. E dia una maggiore attenzione nei confronti del tema delle carceri”.
fonte: IL VELINO