
Anche gli scienziati dell’Imperial College di Londra studiano tipologie di accumulatori più flessibili. La loro idea è affascinante: trasformare in batterie gli involucri esterni di smartphone, notebook e tablet. Un interessante campo di applicazione potrebbe essere anche quello dei veicoli elettrici: “Grazie al nostro materiale composito, l’auto del futuro potrebbe trarre l’energia dal tetto, dal cofano o dalle portiere”, spiega il coordinatore
del progetto, il dott. Emile Greenhalgh. In combinazione con batterie tradizionali, i ricercatori riuscirebbero in questo modo ad aumentare di circa 130 km la portata delle auto elettriche. Si tratterebbe quasi di raddoppiare le prestazioni dei modelli
attuali, che di regola devono essere ricaricati dopo solo 150 km. Con la nuova tecnologia inoltre sarebbe possibile realizzare anche auto notevolmente più piccole e leggere per il traffico cittadino, visto che per percorsi
brevi si potrebbe fare a meno di una batteria di tipo normale.
Alla base del progetto di ricerca ci sono i supercondensatori che, al contrario dei condensatori tradizionali, hanno una maggiore capacità, e rispetto alle batterie possono cedere più energia in breve tempo
(per esempio per far accelerare un veicolo). Per gli elettrodi i ricercatori utilizzano fibre di carbonio, per l’elettrolita un gel polimerico e per l’isolatore fibra di vetro. Il vantaggio? L’accumulatore si comporta in
modo simile al comune carbonio e potrebbe essere anche utilizzato allo stesso modo. I ricercatori non vogliono sbilanciarsi su quando il materiale arriverà sul mercato, ma al momento sono stati comunque
già realizzati un paio di prototipi.