Ottantaquattro articoli, della lunghezza media di una pagina e mezza vengono riesumati, raccolti e commentati nel libro L’Italia, l’Europa e noi, edito da Guida editori di Napoli a giugno del 2021. Ottantaquattro articoli apparsi nell’arco di dieci anni nel mensile di informazione, politica,  cultura ed economia, I Fatti, ideato e concepito da Ornella Trotta, direttrice, come “presidio culturale contro il degrado morale della società”. E mai come in questo momento c’è necessità in Italia di un presidio culturale per contrastare il degrado morale che viene alimentato quotidianamente dalla marea di talk show, arene, dibattiti, litigi concordati e retribuiti, il cui scopo è confondere anziché informare e illuminare.

In questo libro, accadimenti di rilevanza nazionale si intrecciano con accadimenti locali e regionali. Notizie che gettano ombre e disonore su un intero paese, l’Italia, come  la tragedia della nave Concordia all’isola del Giglio, che mise in risalto la pochezza morale e la codardia di Schettino, probabilmente un raccomandato,  si alternano ad altre  che invece redimono il paese come l’accoglienza dei migranti o i preti coraggiosi che, operando in zone difficili, riscattano sia la chiesa sia il paese.  Il questo libro sono preminenti i fatti locali ma l’autrice, pur partendo spesso dal campanile riesce a fare assurgere la storia dell’uomo qualunque o la vicenda del paesino di montagna a dignità nazionale.

L’autrice narra i fatti quasi in presa diretta, come se avesse fra le mani la macchina da presa e segue con la precisione del cameraman , leggi, riforme, piani di sviluppo, istruttorie, condoni, crisi di governo, vicende di uomini che si arrabattano per guadagnarsi da vivere e di altri che si arricchiscono, grazie alle protezioni politiche di cui godono, magari percependo cifre spropositate per prestazioni che non hanno niente di eccezionale. Gli argomenti affrontati sono tantissimi e, pur essendo la maggior parte di essi circoscritti alla Campania e a uomini di quel territorio, e in particolare alla provincia di Salerno, per il modo come li tratta e li affronta, per la sottile ironia con cui stempera e tiene sotto controllo la rabbia, escono dalla logica del campanile per assurgere a dignità Europea.

Ornella, che è anche  collaboratrice de Il Corriere del Mezzogiorno e docente di Italiano e Latino, mette in questo libro tutta la sua esperienza di dieci anni di attività giornalistica e di insegnate di scuola superiore  che la mette a stretto contatto con i giovani, che meglio di altre fasce di popolazione scandiscono i cambiamenti. Ed è proprio dai comportamenti e dall’agire dei giovani che la  scrittrice trae l’auspicio del cambiamento in positivo, soprattutto nel Sud.

L’autrice di questo libro  è una fautrice convinta dell’Europa e sa bene quanto è importante completare il processo di integrazione politica e culturale del vecchio continente andando oltre l’aspetto meramente economico, che al momento è prevalente.  Leggendo il libro ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a una donna dotata di un acuto spirito di osservazione, capace di saper vedere sempre oltre le apparenze e che non si accontenta mai delle verità preconfezionate.

Insomma, Ornella si caratterizza come donna del fare e non come stereotipo della donna del Sud più propensa a delegare e piangersi addosso, (anche se questo stereotipo, duro a morire, non rende giustizia alle tante donne meridionali che invece amano agire e rimboccarsi le maniche). Difficilmente Ornella firmerebbe una cambiale in bianco al politico che ha verve e che fa le promesse più altisonanti. 

I temi più ricorrenti e dibattuti in questo libro sono: La questione del Sud, sempre sfiorata ma mai affrontata veramente dai vari governi che si sono alternati alla guida del paese, la scuola in balia di un precariato che sembra non avere fine e che finisce spesso con il mortificare le energie migliori di tanti giovani docenti che riescono a conseguire il ruolo dopo essere stati sfiancati dalla frenetica rincorsa alla supplenze, la cultura che l’autrice vede come la cura più valida per rifondare il paese, la politica finita in mano a carrieristi ed opportunisti della peggiore risma, la protesta asfittica e autolesionista di chi nel Sud decide di votare Lega, la malasanità, la dilagante disoccupazione che porta i giovani del Sud a cercare un futuro fuori dall’Italia, il nepotismo e via discorrendo. Il tema riproposto con maggiore frequenza è la differenza economica, culturale e politica fra Nord e Sud, una differenza che ha  

Nel libro l’autrice cita spesso il titolo del romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato a Eboli”, assurto  dalla critica e  dall’immaginario collettivo ad emblema di un Sud arretrato, incolto e immobile, ma lei sa bene che non è così. Cristo non si sia fermato a Eboli, è sceso anche nel Sud più estremo, Basilicata e Calabria, altrimenti si negherebbero a questi territori 2500 anni si storia e di cultura con la C maiuscola in ogni campo. La visione che l’autrice dà del Sud è una visione positiva anche se restano tanti “ma” e “se”.

Il libro è narrato con garbo, con buona padronanza della scrittura, quasi in punta di penna. Ornella sembra girare attorno alla ferita con il  bisturi anziché immergervelo con forza. All’autrice non interessa tanto l’urlo disperato del singolo ma il lamento della moltitudine che deve scegliere la risposta collettiva e non quella personale, il più delle volte perdente, se vuole veramente incidere nel cambiamento.

                                       Cataldo Russo

L’Italia, l’Europa e noi di Ornella Trotta- Guida editori, giugno 2021, pag. 194. Euro 15,00