di LAURA BERCIOUX

A Caivano il dott. Marfella, all’incontro del Sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, in corsa per le primarie del Pd alle regionali, partecipa per presentare una proposta stilata da ISDE e Prefettura.
Dott. Marfella sono stati stanziati milioni di euro per la Terra dei Fuochi, che risultati hanno prodotto?
 
“Dopo i 23 milioni di euro spesi in pubblicità per i prodotti campani, senza fare nulla per la nostra situazione, non dobbiamo incentivare i soliti noti: dobbiamo incentivare i cittadini campani. Primo: lo dicono ma non lo fanno, c’è stata una diretta responsabilità di mal governo della politica, che tutti riconoscono ma nessuno si assume la responsabilità. Secondo è, che è stata accompagnato da un gravissimo e voluto mantenimento in ignoranza del popolo campano, a cominciare dalla vergogna che ci hanno fatto credere che era un problema di rifiuti urbani quando ormai tutti abbiamo compreso che il problema è nei rifiuti speciali con responsabilità e competenza privata”.
 
La Regione stanzia milioni di euro, per gli screening oncologici, screening fantasma, lettere mai arrivate ai cittadini di Terra dei Fuochi.
Antonio Marfella
“Per gli screening noi abbiamo, in teoria, una parte destinata dallo Stato, con esattezza come vengono distribuiti non lo sappiamo e tanto meno risulta che sia le Asl e che il mio Istituto, il Pascale, siano stati dotati di fondi aggiuntivi per questo screening. Noi sappiamo per certo che i soldi che sono usciti non sono né per le bonifiche né per gli screening ma sono per la pubblicità. La pubblicità di che cosa?Per dire che il nostro prodotto è buono e sano? Benissimo! Non ci voleva molto dal momento che i casalesi hanno speso molte centinaia di milioni di euro in più per corruzione e tombamento profondo, per fare sì che questi “prodotti” uscissero sani sui terreni tombati di rifiuti tossici. Non ci voleva la maga né ci volevano milioni di euro ulteriormente buttati per fare le analisi alle patate, ai pomodori e per non fare le analisi alle persone”.
 
Cosa propone il progetto?
“La Campania manca di impianti di compostaggio. Siamo qui dall’On.le De Luca perché è l’unico politico in Campania che ha fatto l’impianto di compostaggio e che funziona in maniera sostenibile sul proprio territorio. A questo punto ci servirebbero almeno una decina di questi impianti invece, i dati ufficiali dicono, che la Campania è dotata di tutto: ha il 26% di incenerimento, il 44% di differenziata e ha il 27% di discarica. Questi dati ci pongono ai vertici di tutti i paesi europei tranne che per il compostaggio che abbiamo solo al 3% rispetto al 15% della media nazionale e del 18% della media europea. Anzichè sperperare soldi in pubblicità la mia proposta è che servono impianti di compostaggio nelle zone poco abitate. Abbiamo molti km quadrati di territorio campano abitati da 60 abitanti per km quadrato rispetto ai 20-24 mila di Napoli Est o di Portici. Se noi a queste persone garantiamo non più di 100 euro a testa per dei bellissimi tour di fine settimana con visite guidate con le guide campane già messe a disposizione, gratuitamente, per i siti archeologici della città e della provincia, tutti i musei della città più antica e più bella del mondo, compresi di pasti e b&b, con 100 euro facciamo euro tutto rispetto ai 600mila euro per fare dire fesserie al nostro buon Gigi D’Alessio. Si incentivano 6mila cittadini in quei territori di impianti sostenibili e salubri per il compostaggio come Salerno già dimostra. Io farei visitare alle scolaresche l’impianto di Salerno con quei soldi: questa è pubblicità costruttiva”.
 
cortreo terra dei fuochiLei traccia una road map con la Prefettura: tra i punti mi colpisce questo che recita “immediato decretazione dei terreni no food”.
“Quando un territorio dove sorge la Resit  è stato identificato e colpito da sversamento di rifiuti tossici, è incredibile che dopo 30 anni ed essendo tutti d’accordo noi comitati e lo Stato, alla riconversione No Food, non si sta facendo. Lì si coltiva la nostra immagine peggiore del mondo. In base ad erronee valutazioni sulle bio mappe disponibili, qui ad Acerra, si brucia olio di palma che proviene dall’estero, un inceneritore a biomasse che è stato usato per sovradimensionamento in maniera sbagliata:  questo è il territorio della canapa che abbiamo deciso di piantumare! Questo impianto, che non si può chiudere, può essere riconvertito se si deve utilizzare canapa o biomasse non bruciare olio”.
 
Lei propone micro impianti per i rifiuti tossici in Campania
“Siamo totalmente a zero. La Regione non affronta il problema. Siamo l’unica regione italiana che in controtendenza nazionale, afferma e mantiene il proprio territorio a rifiuti zero industriali quando si consuma ad Avellino il dramma amianto: non abbiamo un solo impianto o discarica a norma per trattare l’amianto e altri rifiuti industriali. Serve l’impianto ad Avellino per trattare l’amianto delle carrozze ferroviarie provenienti da tutta Italia. Cominciamo dai territori interni e dai micro impianti da collocare non a Giugliano ma ad Avellino. A Giugliano  si è presentata la ditta per le eco balle, dimostratemi che siete in grado di inertizzarlo con l’isochimica”.
 
Non teme che la politica possa manipolarvi?
“Già ci hanno provato, tutti cercano di usarci, come usare me o Padre Maurizio Patriciello. A noi interessa solo raggiungere la verità ed uscire da Terra di Gomorra. Non sarà un percorso breve”.
 
Leggo “uno striscione”: il tumore non è un fato ma un silenzio di Stato
“Questa è l’ultima vergogna per la quale posso solo chiedere perdono per la classe medica. La classe medica non sapendo più cosa fare e nascondere il vero problema nel mondo: lo scorretto sviluppo dell’industria e lo smaltimento dei rifiuti industriali. Siamo all’assurdo affermando che il cancro è per caso! Il caso c’era anche prima, quello che è cambiato sono i rifiuti industriali tossici. Solo gli igienisti possono avere le competenze sui rifiuti tossici che rappresentano il 4% dei rifiuti urbani: abbiamo 140 milioni di tonnellate di rifiuti tossici e 29  di urbani. Il disastro ambientale di Giugliano è la bonifica della Val Bormida: ci hanno regalato nella terra più fertile d’Europa, 100mila metri cubi di terreno di rifiuti tossici dell’industria chimica della Val Bormida, tombata a 20 metri sotto. Ora per bonificare Giugliano avremmo bisogno di 50milioni di metri cubi. Significherebbe sotterrare di rifiuti l’intera provincia di Avellino. Le bonifiche consisteranno in tentativi di modificare la tossicità di queste sostanze senza spostarle. Se si dice questo si comincia a fare educazione e corretta informazione perché non si possono certamente restituire i rifiuti chimici alla Val Bormida come teoricamente sarebbe giusto. La soluzione è metterci in condizioni di sopravvivere al meglio”.