Di Fausta Testaj’
Il Secondo Lungometraggio in Concorso alla IX Edizione Dell’Ortigia Film Fest(15-22Luglio) è “I Figli della notte” di A. De Sica, Edizione che ha come tema : “Vita e Ribellione”.
Il tuo Film “I figli della notte” è in concorso qui all’OFF9Edizione ma è stato anche l’unico film italiano a partecipare al TFF cosa ha rappresentato per te quest’esperienza?
R: Per me è stato un momento molto importante, mi è stata data la possibilità di un grande risalto in un ambiente di elevata qualità qual’è il Torino Film Festival, Sono molto grato ad Emanuela Martino perchè loro non volevano prendere film Italiani quest’anno, glel’abbiamo mandato all’utimo ed hanno cambiato idea.
Appena ho visto il Trailer del tuo film subito ho capito che era ambientato in un’atmosfera cupa ma anche seducente quanto conta l’immagine per te nella costruzione di un film?
R: In questo film è stata fondamentale perchè l’immagine era la chiave più immediata per raccontare i sentimenti dei personaggi ancor più dei dialoghi e poi m’interessava, dato che è un film Dark, scioccante, destare nello spettatore una fascinazione per cui uno viene ipnotizzato da queste immagini fino alla fine del film immagini che poi un pò svelano il senso ed il tema di tutta la storia, c’ho anche messo tanto per costruirle, per pensarle, per ricostruire gli ambienti, insomma era tutto fatto in funzione delle immagini che volevamo fare.
Provieni da una famiglia di grandi artisti tuo nonno era V.De Sica, tua madre T.corsi produttrice dei film di Ozpetek,tuo padre M. De Sica grande compositore di musiche tuo zio è Cristian, tra le tante arti in mezzo alle quali sei vissuto perchè hai scelto di raccontare storie attraverso la regia.
R: Questo viene da molto lontano, quando ero al liceo mi piaceva raccontare le storie di amici mettendo le musiche, cambiando le luci un pò anche recitandole io da solo, questa volontà di raccontare delle storie poi si è concretizzata con la regia, la scrittura, la musica perchè io faccio pure musica, insomma mi è sempre piaciuto intrattenere fin da quand’ero piccolo e poi il cinema per me è sempre stata una grande passione.
Questo film è stato ispirato da qualche avvenimento che è accaduto a te vicino?
R: Si, io conoscevo delle persone a me molto vicine che sono state in collegio è ho capito che in questi posti c’è questa scuola di sopravvivenza e quindi questo mondo mi interessava anche perchè pensavo fosse inedito cioè non era già stato visto nei film Italiani, i colleggi sono cose considerate un pò antiche in realtà invece esistono ancora oggi e poi invece di fare un film sociale e sociologico ho privilegiato il racconto di un brutto sogno, quasi di un incubo, di un ragazzino di 16 anni.
Qual’è il messaggio sul rapporto Genitori-Figli che tu speri il pubblico recepisca da questo film?
R: Io non sono della scuola che vuole insegnare qualcosa al pubblico,mi piace stimolarlo ed ognuno prende quello che gli suscita l’istinto, il film ha una storia molto chiara perchè si vedono all’inizio 2 ragazzi ,uno è più debole dell’altro, in realtà poi s’invertono i ruoli ed il più debole scopre anzi della capacità molto estreme dentro di se però in realtà al di là di questo non mi piace dare delle risposte su che tipo di film ho voluto fare anche perchè è un film che si basa molto sull’ambiguità e quindi è bello che si porti dietro un pò il suo mistero.
Ai Nastri D’argento hai vinto il premio come miglior regista esordiente, quello SIAE l’hanno vinto Vannucci e la Dionisio che hanno dichiarato che in Italia per un giovane fare un film è molto complicato, ci vuole molto lavoro ed è difficile trovare i fondi anche per te che hai un cognome importante alle spalle è stato difficile?
R: Si è stato difficile lo stesso perchè una cosa è quando si chiacchera un’altra cosa è quando devono mettere i soldi per farsi finanziare ci sono delle selezioni, sono sempre pochi i progetti che si fanno e quelli vengono valutati anche molto a fondo per cui no non mi ha aiutato il Cognome che porto perchè tra l’altro io ho fatto questo film con la VIVO FILM, una società di produzione molto piccola indipendente non è una grossa Major, anche loro devono faticare per mettere su un film io l’ho fatto apposta perchè volevo fare una cosa fuori dai mie canali, li ho conosciuti anni fa, abbiamo cominciato a fare un documentario assieme, ci siamo trovati molto bene ed abbiamo cominciato a fare il film e finalmente dopo 4 anni l’abbiamo finito.
Tu non hai conosciuto tuo nonno ma sicuramente in famiglia ti avranno raccontato molti aneddoti c’ n’è uno del quale vuoi fare partecipi i lettori del SUDONLINE?
R: Mio nonno si arrabbiava molto quando la gente criticava il film degli altri e diceva:” voi non vi rendete conto della fatica che è fare un film, non dovete azzardarvi di parlare in questo modo”si arrabbiava molto anche per film di gente che non conosceva, anche di brutti film perchè quando sentiva che c’era una mancanza di rispetto di fondo si arrabbiava moltissimo.
Che rapporto c’è con Brando, il figlio di Cristian, dato che anche lui vuole fare il regista, c’è competizione?
R: Il rapporto è buonissimo lui anzi è venuto con me ad una delle prime del film, avendo tutti e due questa passione c’è un grossissimo scambio da quando eravamo piccoli,sarebbe stato complicato se magari avessimo fatto un film nello stesso momento e fossero usciti insieme però questa cosa non è avvenuta.Anche Brando è abbastanza Dark nell’immaginare, è molto in gamba ,spero il meglio per lui, loro sono stati tutti molto affettuosi con me anche mio zio Cristian pubblicizza moloto il mio film con lui da poco abbiamo anche fatto un cortometraggio e dall’altronte anche mio padre aveva aiutato Brando componendogli le musiche dei suoi corti andiamo molto d’accordo e credo farà un ottimo percorso con il suo primo film.
Il tuo film si discosta completamente dal cinema di tuo nonno Vittorio quindi qual’è il tuo regista d’ispirazione?
R: Ce ne sono tanti io sono un cinefilo per cui ho visto un sacco di cose e penso che si senta sul film anche se poi in realtà la mia idea era quella di fare un film Italiano in Italiano che però non assomigliasse a nessun altro film Italiano.
Per quel che riguarda il suo prossimo film De Sica ha detto a Fabio Ferzzetti, noto giornalista, critico cinematografico ed autore TV, presidente di giuria dei Lungometraggi Di OFF9,durante l’incontro del quale era coordinatore di passare un momento di crisi perchè per il prossimo suo film ha tante storie tra le mani e ha paura di scegliere male il prossimo soggetto soprattutto dopo il successo di Figli della notte.