L’ex toga Antonio Ingroia esprime solidarietà all’amico ed ex collega Luigi De Magistris, con cui ha condiviso lotte dentro al mondo della giustizia e poi nella politica, con fortune alterne. Il primo naufragato con la sua Rivoluzione civile alle politiche del 2013, il secondo eletto sindaco di Napoli nel 2011, un po’ a sorpresa, e tra i portabandiera della rivoluzione arancione.
Una rivoluzione fallita sul campo e che ora rischia di finire in farsa, dopo la condanna a un anno e tre mesi di carcere inflitta allo stesso De Magistris per abuso d’ufficio. Da magistrato, Giggino avrebbe avallato l’acquisizione illecita di tabulati di politici come Romano Prodi e Clemente Mastella, nell’ambito dell’inchiesta Why not. Ora però De Magistris non vuole dimettersi e anzi accusa i giudici di Roma.
“Penso che sia innocente e che quella sentenza sia sbagliata. Ma nello stesso momento faccio un pubblico appello a De Magistris: stai sbagliando a non dimetterti e a fare quelle dichiarazioni sui giornali – spiega Ingroia -. Sono stato difensore in sede disciplinare di De Magistris sulla vicenda dei tabulati, questa sentenza è assurda. Ma i meccanismi della politica sono diversi: “è il momento di dimettersi, non è mai troppo tardi come si suol dire”. Per Ingroia perè la scelta di De Magistris non è semplice “attaccamento alla poltrona”: “Conosco l’uomo De Magistris, e so che lo fa per il suo carattere ostinato, tenace e caparbio, non disposto a cedere di un millimetro. Ma siccome è legittimo il sospetto, sarebbe molto forte da parte sua dare maggiore credibilità alle sue posizioni dimettendosi. Solo così può scindere il suo ruolo dalla sua persona”.