di Melina Franco
Me ne stavo immobile sul molo, avvolta nell’oscurità, in attesa.
Il mare era una tavola nera, immensa, capace d’incutermi sempre lo stesso timore reverenziale ogni volta che lo guardavo e il vento non era altro che una brezza leggera, che faceva mormorare appena gli alberi della pineta vicina.
Trattenni il fiato quando il suono di un tamburo si levò nell’aria, annunciando le lampare.
Pochi istanti e decine di imbarcazioni presero il largo tutte insieme, come uno sciame di lucciole che in un lampo rischiarò la notte, rendendola magica.
Lunghe scie d’oro corsero sul pelo dell’acqua perdendosi nel buio fitto all’orizzonte, dove cielo e mare si abbandonavano l’uno all’altro in un abbraccio segreto, e mentre le lampare si allontanavano lente, sentii la voce di mio padre sussurrarmi all’orecchio che quella sarebbe stata una ricca notte.
«Parlami ancora» mormorai, senza mai staccare gli occhi dalle barche che si disperdevano nel buio.
Lui mi abbracciò e l’odore di salsedine che mi pervase, mi riportò a quand’ero bambina, alle notti di mezza estate che trascorrevo con lui in spiaggia o giù al molo, in attesa che facesse giorno e che le lampare fossero di ritorno cariche di alici e di aspettative.
«Papà…»
«Mamma? Guarda mamma! Le lampare sono uscite in mare. Guarda!»
La voce di mia figlia mi riscosse e dovetti fare appello a tutta la mia forza di volontà per non scoppiare in lacrime. La sua manina era avvinghiata alla mia e mi strattonava, richiedendo la mia attenzione.
Deglutì, tirai su col naso e mi chinai in ginocchio per poterle essere più vicina. Incrociai i suoi occhi castani, carichi di eccitazione, e ricambiai il suo sorriso.
«Non è bellissimo?» urlò, saltellando.
Annuii e poi l’abbracciai. «Sarà una notte ricca» le dissi, «e domani in pescheria avremo molto da lavorare.»
«Possiamo restare qui fino a domattina per vedere le reti cariche di pesci? Ti prego.»
Certo che potevamo. Potevamo aspettare il ritorno delle lampare e aiutare i pescatori a scaricare le alici. Mio padre non c’era più, ma mia figlia era lì con me, e insieme potevamo costruire preziosi ricordi, che sarebbero rimasti indelebili nelle nostre menti per sempre.
pubblicato nella rivista “Verde età” n. 56 anno 2016
L’autrice
“Melina Franco è nata a Napoli nel 1988 e vive ancora nel centro storico della città partenopea.
È una giovane autrice di racconti di genere fantastico, horror e surreale.
Scrive occasionalmente per la rivista mensile “Verde Età” e ha pubblicato uno dei suoi racconti in un’antologia fantasy, a seguito della vittoria di un concorso indetto da Historica Edizioni.
Attualmente lavora come editor freelance ed è in procinto di pubblicare la sua prima raccolta di racconti fantasy.”