E’ Venerdì sera, si odono in città sorrisi e gruppi festanti praticamente ovunque. Fa già molto caldo si respira un’aria a dir poco meravigliosa. Numerosi in giro gli ambulanti di ogni nazionalità, che s’accampano ovunque. C’è un’atmosfera decisamente diversa, uno stato d’animo particolare che suscita in ogni sanseverese una felicità indescrivibile. Un’euforia che non si può raccontare, si può solo vivere. In arrivo tanti residenti fuori, per omaggiare la mamma celeste. Molti di loro hanno chiesto a lavoro un permesso per la festa. Taluni rinunceranno persino ad alcuni giorni di ferie estive per esser presenti; è il momento dei ricongiungimenti. Fratelli e sorelle s’incontrano a casa dei genitori come se ci fosse un secondo Natale. Sabato sera la spensieratezza assoluta fa la sua comparsa. Di lontano appena giunti al balcone per osservare il passeggio, onde impartire il primo dei tantissimi saluti, non si possono che udire musiche da tutto il mondo, odori di caramello, zucchero filato e panini. Il suono delle giostre mitico e inconfondibile fa la sua comparsa, appena il sole cede il passo alle luminarie. In giro per le bancarelle persone mai viste prima d’ora, tanti volti nuovi, c’è persino la ragazza o il ragazzo che piace, ma esce solo di rado. Forse è il momento opportuno per lanciare quello sguardo a cui abbiamo rinunciato tutto l’anno.

La festa del Soccorso crea alchimie rare, uniche, suggestive. Magnifico poi assistere alle dimostrazioni dal vivo di abili venditori, che più di una volta riescono letteralmente a estasiare passanti di ogni età, con le loro movenze, discorsi e inviti a provare il prodotto. In men che non si dica lungo il viale della villa come in un’immensa coreografia, preparata per decenni, tutti si dirigono verso via Fortore. C’è il primo fuoco della serata. Chi spara? Dov’è il finale? Scusi, ma domani sera c’è il cantante? Nell’aria voci di “Mamma dopo andiamo alle giostre?” Oppure intramontabile “domani mattina arrivo in campagna a svolgere un’oretta di lavoro al massimo, poi esco con la mia ragazza a vedere la processione”. Potrei dirne tantissime simpatiche comunque perché caratteristiche. Sono anche queste patrimonio della festa. La Domenica poi è il giorno degli inviti a pranzo dopo il ritiro pomeridiano della Madonna. C’è zia che è single adulta, nonna, zio con moglie e i figli, ci sono proprio tutti. Il pensiero subito appena seduti corre alle estati quelle belle, ai racconti del lido con i cugini che aspettano le ferie tutto l’anno.

Poi ancora, chi è il cantante della festa di Apricena. Quasi come una leggenda metropolitana a concludere il tutto c’è l’osservazione che la scuola finisce dopo la festa del Soccorso. Durante la processione la gente, tutta, accorre per vedere lo splendore della bellezza senza tempo. In ognuno il cuore batte forte, perché lei è la pace. L’unione, nonché l’amore, che unisce i popoli e ammalia i cuori. Fiori e bigliettini di giubilo, sfiorano appena, quasi come una carezza, la sua statua al passaggio. Ed ancora sui balconi nel mentre processionale le rimpatriate tra amici e famigliari, che gioiosi, perché riuniti, colgono l’occasione per scambiare un momento d’affetto aspettando di ascoltare con gioia, il fragore della prossima batteria. Poi come tradizione, a tutti i presenti, verrà offerta ogni squisitezza. D’un tratto come in un racconto d’altri tempi, palloncini sfuggiti via ai bambini per strada tra gli occhi attoniti dei passanti, raggiungono il cielo quasi come un candido messaggio. La festa patronale di San Severo va oltre ogni immaginazione, io la definirei, letteralmente, un modo di vivere. Nessun’altra le somiglia neppure lontanamente. A chiusura dei festeggiamenti, la tristezza assale il cuore. Visi di sconforto si osservano tra la gente di ogni età. Subito dopo tuttavia, questo momento passa. La gioia riconquista subito il cuore. La nostra mamma è sempre con noi; bellissima, in cima alle meraviglie del mondo. Perché tutti i sanseveresi, in ogni luogo, hanno nel cuore, sempre e comunque il suo abbraccio. Non potrei immaginare un posto unico, raro è più bello come la nostra San Severo.

Un tributo redatto con immensa stima e affetto, dedicato a tutti i miei compaesani.

Vincenzo Naturale