Una sera ho vissuto di ricordi. Ho visto le mie foto dal computer. Foto di qualche mese fa.
Mi chiamo Nadia e ho 56 anni…avevo iniziato a lavorare come cassiera e mi trovavo bene. La mia avventura è iniziata diciotto anni fa. E ho dovuto trovare un lavoro perché lo stipendio di mio marito non bastava più. E sembrava un ambiente sereno: spesso con le amiche e colleghe, uscivamo per un aperitivo. Io nella mia fantasia avrei preso un treno, uno qualsiasi senza meta, per non tornare mai più. Magari avrei gustato il mare d’inverno in qualsiasi località. Il mare per me è importante, sia nella stagione fredda che in quella estiva. Il mare non è solo in quei due mesi, luglio e agosto, mesi veloci da cogliere al volo. E quando ho questi pensieri, so che qualcosa non va in questa mia vita.
Pensieri…pensieri…che vanno, che volano. Perché ho questi pensieri?
Da tempo ho visto che sul lavoro le “ragazze” hanno dei sorrisi quando io prendo una pausa dalla cassa. Un giorno avevo i capelli fuori posto, non ero andata dal parrucchiere perché avevo telefonato per disdire l’appuntamento che avevo preso. Avevo i miei capelli ricci, completamente in disordine.
“Ma la pausa perché la prendi sempre alle 14.00? Non puoi farla verso le 16.00, quando poi arriva Loredana? — disse – Franca”.
Ed io: “Non ho mai pensato che questo orario arrecasse fastidio. Mai creduto. Qual è il problema?”.
Franca: “Il problema esiste. Tu hai 56 anni. Negli ultimi tempi abbiamo notato che non ti curi, non vai in palestra. Ti vesti in modo frivolo per la tua età. Sottolineo che hai superato i cinquanta anni. Non sei una ragazzina”.
“Ma scusa, hai fatto la polemica sull’orario della pausa. Non è la pausa dalla cassa. Avevo notato i sorrisi ironici…io ho dignità. Avere 56 anni, non significa essere una ridicola anziana. E poi, siete state ipocrite. Solo ipocrite”.
Cosa dovevo fare? Io continuo a lavorare. Non partecipo alle loro uscite. I rapporti si limitano ad esigenze di lavoro. I pensieri mi conducono su una spiaggia con i sassi levigati dalle onde. Sono sopravvissuta alle correnti marine. Sono naufraga e su una zattera, ho ripreso la mia vita.
La vita è mia. Sono una donna. So cosa voglio.
Rosa Mannetta