Nove professori su dieci non fanno fattura ¦ Il mercato è florido. Rigoglioso. E in continua crescita. Un oceano dove le regole sbiadiscono e l’evasione fiscale dilaga. In Italia, nessuno evade più dei professori che danno ripetizioni private: il 90% di loro non rilascia nessuna ricevuta né paga un centesimo di tasse. Erano il 70% nel 2004, l’80% nel 2007 e dal 2012 la quota è salita ancora. Numeri, quelli snocciolati dall’Eures, che fanno impallidire persino i giardinieri, gli idraulici e gli elettricisti. Il giro d’affari delle lezioni in nero, nel nostro paese, vale oltre un miliardo di euro (su 1,3 miliardi totali). Mica bruscolini, anzi.

Basta farsi un giro sui social o sui portali di annunci per capire la portata del fenomeno. Alla voce “ripetizioni”, su facebook, per ogni provincia d’Italia si aprono decine di pagine e gruppi diversi. Da una parte ci sono i docenti di ruolo e le studentesse appena diplomate che si offrono per dare lezioni di ogni materia, dall’altra chi deve recuperare brutti voti e va a caccia dello specialista che possa aiutarlo a fargli passare l’anno senza troppi patemi. Per quanto riguarda i portali, invece, su eBay le offerte pullulano da nord a sud: in Lombardia sono oltre 6mila quelle attive, in Emilia-Romagna 2.500, in Campania poco meno di 3mila. E i prezzi? Se i “prof” sono studenti universitari che vogliono guadagnare qualche soldo permantenersi agli studi le cifre sono abbastanza contenute. Si va da un minimo di 7 euro all’ora a pochi casi in cui si raggiungono i 20. Mentre le tariffe messe nel listino dai docenti veri e propri non scendono sotto i 35 euro e toccano punte di 50 a seconda del grado di scuola e della materia. Secondo uno studio della Fondazione Einaudi del 2016, i genitori spendono 1.600 euro all’anno per garantire le ripetizioni ai figli.