Povertà e fame sono il binomio indivisibile di una stessa medaglia; l’una è il rovescio dell’altra.
Povertà e fame, sempre più spesso, vengono disumanamente distribuite agli ultimi del mondo in tante parti della Terra, per i maledetti egoismi umani di chi pensa che sia giusto, il tutto per sé; di chi pensa che sia giusto concentrare nelle proprie mani la ricchezza del mondo, con la convinzione-certezza che, questo egoismo del fare umano, rappresenti in sé, la dannata condizione disumana per i tanti della Terra, un popolo di destinati a morire di povertà, soffrendo come, non è giusto che sia la fame, la prima grande malattia del mondo; trattasi di un male fortemente pandemico, causa di morte disumanamente diffusa che trova la sua terribile e devastante ragion d’essere nell’uomo; negli egoismi umani degli uomini indifferenti delle tragedie disumane e violenti di chi, pur stando a fianco, fa finta, con indifferenza, di non accorgersene; di non accorgersi di niente, pur avendo in sé la consapevole-certezza, che è lui e proprio lui, in quanto uomo privo di umanità ad esserne la causa.
La povertà è il grande regno senza sovrani della morte dei tanti, tantissimi dimenticati della Terra; questo soprattutto nella Terra abbandonata del pianeta che, per prevalenti colpe umane, proprio non sa volere bene all’uomo, diventandone diffusamente, causa di morte.
La povertà è fame e malnutrizione, con inevitabilmente, la morte, causa di scenari tristi per i tanti della Terra che maledicono il giorno in cui sono venuti al mondo e che, dopo un breve inferno terreno, se ne tornano incazzati alla casa del Padre, sperando di poter finalmente godere quel paradiso che è stato loro negato in Terra.
La povertà produce fame; la fame trova la sua ragion d’essere in una malnutrizione che produce morte e disperazione.
I più esposti a tale e tanta disumanità sono i bambini, vittime innocenti dei tanti boia del mondo che, per un assurdo e maledetto fare egoistico, si mostrano indifferenti e pur potendo, non alzano neppure un dito, per salvarli, allontanandoli dalla morte.
La malnutrizione causata da un’alimentazione insufficiente, provoca ogni anno la morte nel mondo delle povertà, di milioni di bambini al di sotto dei 5 anni.
Sono tanti i bambini nel mondo che per la disumana indifferenza di chi ha, vanno lentamente a morire; tanto, con l’arretramento dello sviluppo e la perdita delle difese immunitarie che, rendendoli vulnerabili, lentamente li portano alla morte.
Una morte tragicamente disumana, perché a morire è un bambino che, con i suoi pochi anni di vita, rappresenta il futuro della Terra.
Un bambino non deve morire; un bambino non può morire!
Se tanto succede ed in modo disumanamente diffuso, è per avere sulla Terra un’umanità fortemente disumana; un’umanità del benessere e dell’indifferenza per gli altri del pianeta, compresi i bambini che muoiono per fame che, così facendo, modificano il DNA dell’uomo sapiens e civile, in un DNA disumano e barbaro.
Il Terzo Millennio, con il suo tempo nuovo di umanità della civiltà mondializzata e di speranza di un futuro possibile per tutti gli uomini della Terra e soprattutto per i tanti bambini che muoiono per fame, se non cambia, cancellerà anche e presto, il sogno-speranza di una globalizzazione fortemente minacciata da fenomeni di egoismo umano che pensano di cancellarla, deglobalizzando il mondo.
Se tanto sarà, avremo un’incontrollata e crescente catastrofe umanitaria con i poveri sempre più poveri, soprattutto, bambini ed anziani, sempre più esposti, al grave pericolo di morte per fame. È questa, la negazione del tanto atteso mondo nuovo! Tanto, non deve assolutamente accadere!
Non possiamo permetterci come uomini della Terra, di assistere ad una così grave catastrofe umanitaria che spingerebbe all’indietro il mondo, rendendolo tra l’altro, barbaramente disumano ed oscurantista. Tanto, non deve assolutamente accadere.
Appellandoci al forte senso di umanità che è il lato buono di ciascuno di Noi, dobbiamo coraggiosamente unirci per evitare la catastrofe umanitaria di milioni e milioni di uomini malnutriti che muoiono per nostra colpa; che muoiono per la nostra indifferenza a chi soffre, voltandoci dall’altra parte e così sentirsi falsamente a posto con la coscienza, fingendo di non sapere del dramma dei tanti bambini che muoiono di fame anche per colpa del protagonismo della propria cattiva coscienza di indifferente.
Mobilitiamoci ed in fretta! Non perdiamo, più oltre, il nostro tempo prezioso, per salvare le vite umane dei tanti che, soprattutto bambini, muoiono per fame in ogni angolo della Terra.
La malnutrizione uccide; la malnutrizione mette a rischio milioni di bambini.
La nostra disumana indifferenza per una tale e grave catastrofe umanitaria, proprio non ci giova; fa male, tanto male a ciascuno di Noi, facendoci morire dentro; rendendoci invisibili e senz’anima, al punto tale, da metterci nelle condizioni di non trovare le parole giuste per rispondere alla domanda “Ma io chi sono?” “C’è ancora dell’umano e del giusto, in me uomo della Terra?”.
Caro uomo è inutile rivolgersi ai potenti della Terra. Quelli ormai e da tempo, sono collaudati nelle loro disumane condizioni di uomini della Terra senz’anima; di uomini assolutamente indifferenti al saggio e giusto richiamo di vicinanza e di solidarietà per gli altri della Terra; di vicinanza e di solidarietà per quei 16 milioni di bambini che, disumanamente malnutriti, sono destinati a morire.
La malnutrizione uccide. È assolutamente necessario fare il proprio dovere e fermarla. Se non lo facciamo, ci rendiamo responsabili di un grave olocausto umanitario che ci rende responsabili della morte dei tanti innocenti che vengono al mondo non per vivere, ma per morire.
Che, ormai abbandonati a se stessi e stanchi di morire di indifferenza umana, gridano con forza di essere uomini di questa nostra Terra e cittadini del mondo, nati per vivere, non per morire di fame e di una malnutrizione che uccide.
La povertà è un nemico dell’uomo della Terra. Un grave nemico in agguato, variamente presente nel mondo e variamente distribuita nelle diverse età del mondo che, in silenzio ha subito nel corso della storia, la sua condizione di povero, verso la quale si è da sempre alternato un comune senso di indifferenza umana condivisa, mista a pietà e spesso anche a paura.
È triste il fatto disumano che l’uomo non abbia trovato una possibile soluzione alla povertà; una condizione umana assolutamente tragica, perché come sempre e sempre più spesso, causa di sofferenze e di morte.
Dietro la povertà del mondo c’è una grave condizione umana di sofferenza e di morte.
Per questo, bisogna assumere responsabilmente e con impegno, un fare umanamente condiviso; tanto, per una possibile, anzi necessaria soluzione di un grave problema, di universale attualità e con un crescente pericolo di diffusione, per l’effetto malvagio di una società del rischio povertà e fame, sempre più disumanamente diffusa nel mondo; in un mondo dalla double face, con i tanti poveri che muoiono di fame ed i pochi ricchi che, da padroni unici della ricchezza, da uomini senz’anima sprecano, con assoluta indifferenza per tutto quello da cui sono circondati, ma che fingono di non vedere.
È nel divario della distribuzione delle risorse, la prima grave causa alla base del mondo dei ricchi da una parte e dei poveri dall’altra; alla base della ricchezza, fonte di benessere e di sprechi e della povertà, fonte crescente di miseria e di morte per fame, una condizione gravemente diffusa sulla Terra, con milioni di bambini che non diventeranno mai adulti.
Siamo di fronte ad un universo umanamente fragile; siamo di fronte ad universo sempre più disumanamente fragile che cammina in modo veloce, trasformando le condizioni di sussistenza precaria, in crescenti condizioni di povertà diffusa, di fame e di morte.
Al primo posto di questa apocalisse che va e sempre più cancellando tutto della condizione umana, ci sono i bambini, le donne ed i deboli di un’umanità di sofferenti, disumanamente esposti ai soprusi dei più forti che, hanno tra le mani, le grandi risorse della Terra che usano per soddisfare egoisticamente i soli piaceri del proprio vivere da ricchi indifferenti ai poveri, sempre più soli; sempre più abbandonati a se stessi; sempre più orfani di quella solidarietà umana e sociale che interessa sempre meno l’uomo della Terra, soprattutto se ricco.
Così facendo, siamo ad un povertà del mondo fortemente istituzionalizzata. Una povertà che ha fatto nascere e sviluppare nel mondo tantissimi organismi di aiuto e di sostegno al mondo delle povertà diffuse.
Siamo ad una vera e propria proliferazione del culto della solidarietà; una proliferazione che, per quanto diffusa, proprio non basta, per combattere nel mondo la povertà e la fame causa di morte soprattutto per milioni di bambini che nascono per non vivere la loro vita terrena, così com’è giusto che sia.
Il povero è, nel tempo nuovo del Terzo Millennio, un diverso che produce indifferenza. Purtroppo, nel nostro tempo, la povertà e la fame, indifferenti a chi dovrebbe cancellarle è invece assolutamente un problema degli altri ed è vissuta come il simbolo gravemente negativo della nostra quiete sociale; un simbolo che non si può combattere con l’indifferenza, ma che deve trovare le risposte giuste da parte di ciascuno di Noi.
Di ciascuno di Noi che dobbiamo mobilitarci e solidarizzare, per ridare dignità e vita alle tante vite negate dei poveri che muoiono di fame per le gravi e maledette colpe degli uomini della Terra.
Giuseppe Lembo