Antonio Troise
Buio pesto. Le dimissioni di Conte arrivano in uno dei momenti più difficili del Paese, con il virus del Covid che rialza la testa insieme alle sue imprevedibili varianti, le multinazionali dei vaccini che lesinano le dosi all’Europa e l’economia che arranca nelle secche della recessione. Da oggi il Presidente della Repubblica tenterà di sbrogliare una matassa che negli ultimi dieci giorni è diventata sempre più ingarbugliata. Consultazioni lampo, si dice, per arrivare entro la settimana ad una prima decisione. Ma c’è poco da stare tranquilli. E’ vero che ieri la Borsa ha salutato le dimissioni del premier con un rimbalzo positivo, puntando tutte le sue carte su
una rapida soluzione della crisi. I mercati, però, sono da sempre volatili, giocano sulle aspettative più che sulla realtà. E i numeri che arrivano dal Paese reale lasciano ben pochi margini di dubbio.
A suonare l’allarme è stata l’agenzia internazionale di rating Fitch, tradizionale arbitro sullo stato di salute di un Paese. Ha fatto capire, senza mezzi termini, che un governo debole rischia di mettere sotto pressione il debito italiano, con un effetto catastrofico sulla spesa per interessi. Toni e timori condivisi dal Fondo Monetario Internazionale che ha addirittura anticipato i tempi tagliando di almeno due punti le stime di crescita del nostro Pil per il 2021. In netta controtendenza con quello che,
invece, dovrebbe avvenire nel resto del mondo, dove i numeri dovrebbero
migliorare rispetto alle previsioni iniziali.
Insomma, si sta giocando con il fuoco. La crisi, da questo punto di vista, dovrebbe servire a fare chiarezza sul futuro prossimo venturo del Paese, mettere un punto alle polemiche che hanno caratterizzato la navigazione travagliata del Conte-2 e far capire all’Europa che abbiamo tutta l’intenzione di utilizzare in fretta e al meglio i 209 miliardi messi a disposizione con il Recovery Fund. Ma per non perdere un’occasione a dir poco storica (mai negli ultimi quarant’anni, un governo ha avuto a
disposizione una dote così ricca di investimenti) occorrerebbe definire un “business plan” del sistema Paese, inaugurare una nuova stagione di riforme per sbloccare l’economia, dare un segno concreto ai tanti italiani che a causa del Covid hanno perso il lavoro o hanno dovuto chiudere bottega. Vedremo se Mattarella riuscirà a riportare la politica sui binari della responsabilità e della progettualità, superando le
beghe personalistiche o la mera difesa di interessi di parte. Solo così potremo finalmente vedere qualche bagliore di luce in fondo al tunnel. Altrimenti il conto della crisi non la pagherà questo o quel partito ma l’intero Paese. E sarà davvero salato.
Fonte. L’Arena