Mi sono sempre interessato di politica, quando ho potuto anche attivamente, nei miei 58 anni ho visto tanti modi di farla e diversi modelli di società proposti. In questo panorama ho sempre condiviso le ideologie di sinistra. Il comunismo è sempre stato un modello sociale a cui ispirarmi ma allo stesso tempo ho sempre riconosciuto in lui che conteneva i geni dell’insofferenza umana. Ognuno di noi infatti ha un confine tra altruismo ed egoismo, tra noi e gli altri, e quindi il comunismo allo stesso tempo spaventava il mio egoismo ma mi affascinava per la sua capacità di giustizia sociale livellando l’uomo attraverso l’appiattimento della proprietà.
Il comunismo dove è stato vissuto ha avuto il merito di liberare le classi operaie dall’oppressione, dalla fame e dai bisogni più elementari. Anche Papa Francesco ha detto recentemente che servire «i poveri, i più bisognosi» è «nel Vangelo», non è comunismo, essere accanto agli ultimi è una delle priorità, sottolinea il Pontefice.
Ma oggi che nella nostra società il fattore fame risulta marginale in confronto ai tempi della Rivoluzione Russa e dove oggi anche gli oppressi delle classi operaie schiacciate dal capitalismo votano a destra riconoscendosi, assurdamente, in quei pensieri politici ispirati alla lotta fra poveri in un contrasto orizzontale fomentato dalle paure del diverso, abilmente alimentate da media compiacenti, a quale nuovo modello di vita ispirarsi?
La globalizzazione ed il liberalismo stanno umiliando le generazioni attuali e annichiliranno il modo di vivere di quelle future rendendosi avvilenti sistemi di accaparramenti di beni per pochi in spregio dei più elementari bisogni delle future generazioni e dell’ambiente, creando un’economia senza regole guidata da dinamiche non solidali.
Ciò avvierà le nostre civiltà verso la ciclicità dei sistemi politici? Ovvero la costante pressione della globalizzazione ed il liberalismo premendo sui diritti delle classi operaie, e così impoverendole sempre più, le costringeranno a ribellarsi organizzandosi in nuove lotte rivoluzionarie?!?
Non credo, leggo nei giovani di oggi una sorta di esternalizzazione personale dai problemi come se il futuro non li riguardasse o come se tutti si fossero imborghesiti diventando teoricamente discendenti di diritti di una casta non più esistente. Rischiamo di consegnare al futuro generazioni incapaci di sostentamento ed incapaci di lottare e rivendicare i propri diritti!
Cosa fare?!?
Urge creare un modello nuovo di società, un modello di società: onesto, giusto ed equo per i più, sociale e socialista ove il concetto, anche civilistico di imprenditore, ex codice civile, abbia una nuova valenza, uno nuovo significato, dove l’uomo sia meno impegnato a disprezzare l’altro e maggiormente impegnato ad aiutare il prossimo e la collettività. Senza dimenticare mai che nella nostra Costituzione, al momento ancora in vigore, il profitto e la proprietà privata sono subordinati all’interesse collettivo. Urge costruire una società dove l’interesse collettivo sia centrale e subentri all’individualismo dove la condivisione, la partecipazione e l’impegno cosciente siano motore della società.
Siamo abbagliati da anni dalla politica di destra, che indica una falsa verità nella quale i nostri interessi economici sono centrali al mondo e motore della società, dove noi veniamo prima di tutto e di tutti, dove quindi il nostro ego viene prima di qualsiasi altra cosa e di qualsiasi altro essere umano e dell’ambiente che ci circonda. Questo atteggiamento altro non è che la scusa poco credibile per giustificare: l’arricchimento di chi già ha tanto in danno delle altre classi sociali; la discriminazione; l’abbandono di uomini in mare, ed il raccontare agli esseri umani di non essere umani.
Credo sia possibile gradatamente creare una società liberamente ispirata all’Homo donans (Genevieve Vaughan) dove l’uomo è centrale al pensiero politico e spende parte delle proprie energie e del proprio tempo per gli altri così migliorando i servizi pubblici con attività di volontariato e ne riceve premi morali e non materiali, guadagnando in fratellanza, gioia, amore ed autostima. Dove uscire di casa non è come ormai capita molto spesso, anche in zone non malfamate, un avventurarsi in una giungla, ma dove uscire di casa significherebbe raggiungere propri simili amichevoli ed in festosa attività.
Il liberalismo e la globalizzazione mettono al centro del proprio interesse il lucro la nuova Politica ispirata all’Homo donans ovvero la Politica del Partito del Sud (si noti la P maiuscola di Politica) vuole mettere al centro l’uomo che si dona e che dona proprie attività agli altri gratuitamente. Logicamente siamo ben consci di essere immersi in una società capitalistica globalizzata per cui gli uomini sono chiamati al dovere di sostentamento dei propri familiari; ma da qualche parte ed in qualche maniera questa rivoluzione deve pure cominciare! Per cui ove il Partito del Sud dove potrà operare politicamente chiederà ad i propri cittadini amministrati forme di ampia partecipazione alla vita sociale, alla prossimità con gli altri, all’incontro / confronto politico ovvero tutti i beni ed i servizi pubblici locali saranno gestiti come da rito ma sempre più integrati dall’azione di volontari gratuitamente inseriti nel contesto ed utili al miglioramento/ampliamento del servizio; attività esercitata con il “buon senso del padre di famiglia”. La gratuità di tali gesti porteranno al raggiungimento del bene comune e del bene proprio.
Tale modus operandi provocherà, nei paesi ove applicato, un innalzamento della fraternità e dell’autostima delle genti che avranno maggiore coscienza dei beni comuni e che troveranno più importante condividere e partecipare spegnendo in parte le ambizioni ad emergere in danno degli altri. In questo scenario essere solidali sarà “logico a ritenersi” ovvero una conseguenza e su tale solidarietà si potrà innescare la costruzione di un nuovo modello economico basato sulla solidarietà e non sull’arricchimento personale divenendo un viatico di sostentamento per molti. Ma questa economia non potrebbe esistere senza una moneta autonoma chiusa all’interno di questo circuito di produzione beni e servizi; ed il mio pensiero, in questo momento, prende spunto dai positivi esperimenti del Sardex in Sardegna della Banca Wir in Svizzera ma anche della vicina Riace dove una moneta interna permetteva a molti di vivere decorosamente, esperimento spazzato via dall’egoismo professato da Salvini. I tre esempi citati nascono storicamente da tre esigenze diverse ma tutti e tre hanno trovato, nel loro ambito, positivo riscontro incrementando le produzioni.
È quindi percorribile una nuova via! Esiste la possibilità di sviluppare un nuovo modello economico! La globalizzazione si può iniziare a contrastare!
Unitevi al Partito del Sud e sviluppiamo insieme questo nuovo progetto sociale e socialista di vita!

Massimo Cogliandro