ANTONIO TROISE
Sarà la volta buona? La fine del tunnel è vicina? I dati che arrivano da Oltreoceano sono, decisamente, incoraggianti. L’economia americana chiude l’anno con una crescita del Pil del 5%, superiore ad ogni più ottimistica previsione. Un balzo in avanti così consistente non si vedeva da un decennio, da prima della grande crisi dei mutui subprime. Tanto che il presidente Obama parla già di “recessione finita” e annuncia che il 2015 sarà l’anno della ripresa. I mercati sono sulla stessa linea, tanto che hanno salutato le cifre americane con un forte aumento degli indici azionari. Insomma, dopo otto lunghissimi anni fra crisi finanziarie, disoccupazione record e crollo della produzione, sembra davvero che l’economia mondiale possa tornare a respirare.
Un buon viatico per il 2015. E, soprattutto, un trend che può dare qualche segnale di speranza alle famiglie italiane che, in tutto questo periodo, hanno stretto la cinghia, riducendo i consumi e attingendo, non di rado, ai risparmi accumulati per far tornare i conti alla fine del mese. Segnali di speranza anche per le imprese. Se gli Stati Uniti tornano ad essere la locomotiva dell’economia mondiale, i nostri imprenditori vedranno crescere le esportazioni e, probabilmente, saranno spinti a rivedere al rialzo, i piani produttivi e quelli di investimento, procedendo magari , anche con qualche nuova assunzione.
Naturalmente, bisogna evitare di alimentare facili entusiasmi. L’Europa non è l’America. Il Vecchio Continente continua a registrare una crescita striminzita, con Paesi come l’Italia che non sono ancora usciti dalle secche della recessione. Ma, proprio per questo, sarebbe ancora più grave, oggi, non agganciarsi al treno della ripresa americana. Per farlo non c’è che una strada: l’Eurozona deve tornare a puntare su se stessa, evitando di chiudersi nel recinto delle politiche monetarie e guardando, invece, a quello che succede nell’economia reale. Occorre, in soldoni, trovare le risorse necessarie per far ripartire gli investimenti. Da questo punto di vista le mosse annunciate nelle scorse settimane dalla Banca Centrale Europea vanno nella giusta direzione.
Ma per dare davvero risposte concrete a famiglie, giovani e imprese, occorre guardare ancora più avanti e verificare la reale possibilità di un diverso sistema di governance delle politiche economiche europee. Il modello americano ha dimostrato sul campo di essere in grado non solo di affrontare la crisi ma anche di realizzare un’efficace “exit strategy”. Anche l’Europa dovrebbe seguire la stessa rotta. Solo così, per il 2015, potremmo davvero sperare in una crescita economica più sostenuta, capace di dare una boccata di ossigeno a un Paese da troppo tempo in ginocchio.