Il ruolo della sinistra nel mondo è annichilito dallo strapotere dei capitalisti globalizzatori che schiavizzano i nostri operai nella loro compulsiva corsa verso il guadagno. In Italia la situazione è che l’unico “apparente” partito, che si autoproclama, di sinistra altro non è che un partito dalle ideologie liberali ed ormai miope ai bisogni degli ultimi, agli occhi della classe operaia insignificante. Comprendo benissimo che essere di sinistra ed avere un ruolo in un partito del genere può essere opera ardua in questo periodo storico! Mi permetto, sommessamente, di indicare una strada ai compagni che volessero accertarla, ovvero quella della revisione delle norme esistenti, attività necessaria per rendere il panorama normativo meno a favore di chi è im…prenditore e che bada solo all’accumulo dei guadagni, e quindi più equo e solidale.
Il primo esempio che mi viene in mente è la trasformazione dell’art. 629 del codice penale l’estorsione che recita: “Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000. ecc. ecc.” Questo articolo, nell’orientamento giurisprudenziale si prefigge di tutelare il patrimonio. Io mi domando ma il patrimonio di chi? Perché sicuramente difronte ai giudici si compare tutti uguali, ma la legge, e lo sanno bene i meridionali, è furbescamente diversa per gli uni dagli altri. Questo articolo del codice penale si dovrebbe calibrare anche sulla protezione degli ultimi e non solo del capitale dei padroni quindi anche in favore della classe operaia. Mi spiego: l’estorsione è un’azione, costituente reato, con la quale un reo ottiene un ingiusto profitto esercitando violenza o minaccia in danno della vittima. L’esempio classico, grazie alla stampa capitalistica nordista, è il pizzo (soldi o altro ciclicamente consegnati) richiesto dalla mafia a commercianti ed industriali, della serie: dammi i soldi o ti brucio il negozio!
Ma nella realtà il reato si concretizza molto più diffusamente e pervicacemente oltre questo esempio. Si ripropone ogni qualvolta che un operaio chiede un posto di lavoro ad un padrone o quando va a prendere il suo stipendio. Infatti alcuni imprenditori (non tutti per fortuna) si sentono autorizzati ad “estorcere” parte delle spettanze al sottoposto con la scusa che possono trovare altri lavoratori che si accontenterebbero anche di stipendi più leggeri. Purtroppo l’attuale impostazione di questo articolo fa scivolare questo modus operandi in ambito “civilistico”, ovvero secondo l’attuale interpretazione non si concretizza il nesso giuridico di causalità. Ovvero la condotta dell’imprenditore che pattuisce di erogare ad esempio metà delle spettanze all’operaio non integra il reato ma è una fattispecie rilevante ai soli fini civilistici. Io mi permetto di obiettare che nei diritti reali inviolabili riconosciuti dall’art. 2 della Costituzione (La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.) è ricompreso anche il sacrosanto diritto dell’operaio a procreare farsi una famiglia ed avere un decoro. Questi obiettivi si possono raggiungere solo rispettando gli accordi sindacali che statuiti nei Contratti Collettivi di Lavoro sono ormai divenuti, per quegli im….prenditori globalizzati, carta straccia. La Costituzione quindi statuisce che anche l’operaio ha il diritto sacrosanto di percepire il dovuto, previsto dai contratti collettivi, per permettergli di raggiungere i propri obiettivi di vita e mantenere il dovuto decoro, senza vedersi strappata buona parte della vita da una retribuzione stipendiale mutilata! Fattori che oltre a rendere un uomo schiavo, lo privano delle possibilità a lui necessarie di creare un futuro anche alla Nazione influendo persino sulla procreazione. Infatti come fanno questi operai succubi a pensare di mettere al mondo dei figli se non arrivano a fine mese da soli, grazie all’ingordigia dell’im….prenditore di turno? Ormai le nostre orecchie si sono assuefatte ai mezzi di informazione “piegati” al capitalismo globalizzato dove, accendendo tv o radio, sentirete un costante solo un lamentio degli imprenditori e neanche un gemito degli operai se non nel fatale momento di perdere il lavoro. Il contrasto diventa ancora più amplificato, quando vedi gli imprenditori mantenere un tenore di vita sostenuto, mentre di contro, se controlli i redditi dichiarati dagli stessi ti accorgi che gli operai italiani guadagnano più di loro (??). Purtroppo è proprio così in Italia la maggior parte della tassazione diretta è pagata dai dipendenti! Se riflettete su questa circostanza vi rendete conto di quanto sia ingiusto questo paese. Ma tornando all’art. 629 del codice penale capita che oggi se un padrone impone all’operaio la restituzione in contanti di parte dello stipendio che gli ha erogato tracciandolo con bonifico non commette alcun reato. Alla luce di questa assoluta mancanza di protezione quegli operai vedono i presunti partiti di sinistra, i sindacati e tutti i contratti collettivi nazionali avere la stessa utilità del fumo negli occhi.
Cosa fare? Sicuramente tracciare un filone di revisioni normative nel quale inserire questa norma che inglobi, per postulato nell’art. 629 del C.P., anche questa casistica ed aggravando anche, ed in proporzione, l’assunzione di operai in “nero”, massimo esempio di estorsione perché esercitato nei confronti di una classe di persone ancor più indifesa e disperata. A mio modesto giudizio il nesso giudiziario sussiste perché il bene giuridico tutelato è sia il patrimonio dell’operaio che la libertà di autodeterminazione. La minaccia di non essere assunto o di perdere il lavoro, se non si accettano questi soprusi, è idonea a ledere la libertà di autodeterminazione della vittima che di fatto si vede prospettato un male ingiusto tale da coartare la volontà dell’operaio soggetto passivo, che soggiacerà silente, pur di avere quel posto di lavoro o evitare il licenziamento. Quindi anche durante gli accordi precontrattuali l’aggiramento dei contratti collettivi nazionali, ove l’imprenditore assuma in nero, o pretenda di pagare uno stipendio ridotto o negare diritti, deve concretizzare il reato di estorsione. Tale situazione generalizzata, è oggi aggravata dallo stato di decozione più o meno importante, in cui versa l’operaio che ha la necessità di lavorare, vista la scarsità di posti in circolazione e quindi dall’acuita necessità di percepire un reddito per il proprio sostentamento e quello della propria famiglia. Sarebbe quindi una grande vittoria degli uomini di sinistra se l’art. 629 del codice penale comprendesse questa specifica fattispecie ed in proposito spero di trovare consenso tra i miei compagni del Partito del Sud affinché rientri nel nostro programma o sperando di arrivare un giorno in Parlamento a poterla proporre.
Massimo Cogliandro – Partito del Sud