Antonio Troise
Ci risiamo. Il premier, Giuseppe Conte non ha avuto neanche il tempo di tirare il fiato dopo un agosto rovente e un settembre non meno caldo. Chi si aspettava una navigazione più tranquilla per l’esecutivo giallo-rosso dopo le fibrillazioni continue dell’era giallo-verde, sarà sicuramente deluso. Il copione del nuovo governo è quasi uguale a quello precedente: cambiano i protagonisti ma la trama resta più o meno la stessa.
Prima dell’estate era toccato a Salvini fare il bastian contrario e minacciare la crisi un giorno sì e l’altro pure. Fino allo scivolone di Ferragosto, con il cambio della maggioranza e il passaggio della Lega all’opposizione. Tutto bene? Macchè. Ora ad indossare gli abiti del guastafeste c’è l’ex rottamatore, Matteo Renzi, che ha mollato il Pd per fondare Italia Viva e, da lì, fare l’ago della bilancia del Conte-bis. La politica non fa sconti a nessuno. Neanche all’Avvocato del popolo che, dalla tolda di comando di Palazzo Chigi, non può far altro che rintuzzare gli attacchi.
Ieri l’ennesimo scontro al calor bianco. Da una parte Renzi che ha attaccato il governo sulla manovra finanziaria e, in particolare, sulle risorse risicate per il taglio del cuneo fiscale. Dall’altra un premier sempre più irritato: “Non abbiamo bisogno di fenomeni da tv”. Come a dire: se Renzi cerca visibilità è meglio che la trovi da qualche altra parte. Ma il sospetto che il leader di Italia Viva punti già ad un ribaltone o, se non altro, a riprendersi un posto di primo piano sulla scena della politica, è più che fondato. Ne sa qualcosa Enrico Letta, sfrattato da Palazzo Chigi proprio dall’ex “rottamatore” che gli suggeriva di “stare sereno”. Una lezione che non ha mai dimenticato e che oggi deve essergli tornata alla mente se ha pronosticato una vita piuttosto breve per il Conte-bis.
Eppure mai come in questo periodo la politica dovrebbe, per le meno, mettere da parte beghe interne e personalismi per affrontare i tanti problemi che sono sul tappeto, dall’emergenza disoccupazione ai dazi, dalle nuove tensioni geopolitiche agli effetti pesantissimi della cosiddetta “hard-Brexit”, cioè l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa senza alcun accordo. Di fronte a questi scenari occorrerebbe un governo stabile, in grado di fare poche cose ma di realizzarle senza indugi, partendo proprio da una cura-choc per rimettere in piedi il Paese. Ma per farlo, forse, la Politica dovrebbe finalmente uscire dalle solite guerre di Palazzo e fare qualcosa per i cittadini che sgobbano ogni giorno e non per questo o quel leader politico. Sarebbe un bel modo per variare il solito copione che ormai da anni va in scena sul teatrino della politica. E che, a dir la verità, sta diventando non solo noioso. Ma anche estremamente dannoso per le tasche dei contribuenti.