C’era una volta, in un paese, tanto, ma tanto…….vicino, un popolo che a causa
di un incantesimo, fatto di leggi nere e di volontà egoistiche, dormiva da un secolo,
anzi da 163 anni!
La fiaba scritta da Charles Perrault, e poi ripresa dai fratelli Jacob e Wilhelm
Grimm appare ai miei occhi calzare a pennello sul nostro Sud Italia, sottoposto al
genocidio dalla dominazione nordista, alla depredazione e da allora, come detto dal
Bombrini, incapace di intraprendere, ed io aggiungo anche di chiedere i propri diritti.
Il Sud Italia è talmente compresso nelle ingiustizie che non credo basti il bacio
del principe a risvegliarlo, tanto è stato plagiato negli anni fino a credere che ciò che
non gli è mai stato dato sia colpa del proprio atteggiamento.
Al nord dicono sia colpa di chi politicamente ci amministra o lo rappresenta.
Ma amministrare un territorio del Sud non è come farlo al nord dove sono
riconosciuti tutti i diritti perché il dio denaro viene speso dallo stato (quello con la s
minuscola) con pesi e misure diverse. Ogni scusa è buona per non fissare il diritto
della spesa media identica per tutti i cittadini d’Italia ignorando, dal 27.12.1947, l’art.
3 della Costituzione!
Certamente i parlamentari meridionali hanno sempre dato prova di scarso
attaccamento al territorio anche ultimamente quando, per dovere di partito hanno
votato l’autonomia differenziata regionale dimostrando la loro assoluta mancanza di
amore verso i loro elettori!
Ma oggi voglio puntare il dito su un argomento già affrontato dal Partito del
Sud e che mi è stato rinfrescato durante la lettura del libro “Calabria Italia” del
giornalista Santo Strati: il mancato esercizio del diritto di voto, volgarmente:
l’astensionismo.
Se ne parla tanto ma nessuno riesce a fare qualcosa di concreto forse perché il
problema va visto sotto altri aspetti! Verosimilmente una percentuale di non votanti
va imputata ad un discreto numero di anziani, magari non autosufficienti o comunque
con problemi di salute tali da limitarli nei movimenti. Però una percentuale,
sostanziosa, di astensionisti è forzata a ciò, ed è ascrivibile a quei meridionali che,
senza avere trasferito la residenza, si trovano al nord per studio o lavoro. Questo
dissanguamento migratorio, che ha proporzioni superiori all’immigrazione africana
ed asiatica, comporta anche questo aspetto, volutamente ignorato dalla politica
esecutiva. Più volte come Partito del Sud l’abbiamo segnalato ma nessuno ha voluto
adottare procedure amministrative similari al voto degli italiani all’estero o una
procedura diversa.

Viene spontaneo chiedere: ma chi ha paura di svegliare il bel Sud
addormentato nel bosco? E sì perché chi è costretto ad emigrare per lavoro e per
studio è uno che soffre la condizione di meridionale ancor più degli altri che sono
rimasti e potrebbe esercitare il diritto voto protestando. Quindi è temuto dal potere
politico esecutivo di qualsiasi parte politica!
Mi auguro che questo articolo sia letto da qualche parlamentare e che questi
abbia un sussulto così avendo il coraggio di presentare una proposta di legge per dare
il doveroso diritto di voto a chi, per sfruttamento lavorativo o per altre cause è
lontano da casa e vorrebbe esercitarlo!

Massimo Cogliandro Responsabile per la città Metropolitana di Reggio
Calabria del Partito del Sud.