Dà ragione a Cantone il Procuratore di Salerno, Corrado Lembo, in un’intervista a Repubblica: “Per sospendere qualcuno da un incarico, deve sussistere quell’incarico, altrimenti parliamo del nulla. La legge Severino non lascia margini di discrezionalità sull’applicazione della sanzione che, dunque, deve essere adottata. Non dice nulla sui tempi, pertanto deve essere rapida. Ma in questo caso, a mio avviso, non può certo essere fulminea. È vero però che esiste un precedente: in Calabria, con il governatore Scopelliti, la sospensione fu accertata non solo in maniera fulminea ma anche retroattiva dalla data della sentenza».
Il coautore della Severino: “Sull’eventuale sospensione per effetto della legge Severino di Vincenzo De Luca, eletto governatore della Campania, il premier ha tempo”. Lo precisa al Corriere Filippo Patroni Griffi, oggi presidente di sezione del Consiglio di Stato.
Ma sul Giornale, Vittorio Feltri, avanza i suoi sospetti. “Abbiamo capito che cosa vuole il Pd: una bella legge ad personam che consenta a Vincenzo De Luca di governare la Regione Campania. Non ci sarebbe nulla di male in ciò, se non fosse che il partito della «questione morale» fece a suo tempo (non remoto) il diavolo a quattro, usando la regola Severino, per stecchire Silvio Berlusconi, espellendolo dal Senato per indegnità. Sorprende la faccia di bronzo dei cosiddetti dem. I quali, pur non essendo tutti d’accordo sul punto, propendono in maggioranza a considerare il codice una specie di elastico da tirarsi qua e là secondo convenienza”. Quello che sarebbe successo se ci fosse stato Berlusconi al posto di De Luca: “Sarebbe seguita una sollevazione di popolo (rosso) con tanto di manifestazioni pubbliche in piazza Navona a Roma, comizi televisivi, interrogazioni parlamentari, petizioni, appelli firmati da intellettuali tipo Umberto Eco ed Eugenio Scalfari. Un finimondo”.