E’ un vero paradosso quello denunciato dal presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia. La legge di Stabilità taglia i posti letto alle Regioni del Sud, i malati sono costretti a spostarsi al Nord che, nel frattempo, guadagna più assistenza. «È imbarazzante vedere in tv amministratori del Sud che si lamentano e poi votano all’unanimità in Conferenza Stato-Regioni decreti ministeriali invota bili che incidono sul funzionamento dell’intero sistema. Come avvenuto nella sanità, per l’attuazione della spending review, con il Decreto ministeriale 70 del 2015».

Il provvedimento prevede 3,7 posti letto per abitante. Ma questo valore aumenta o diminuisce per «tenere conto della mobilità tra regioni». In Campania, secondo i primi conteggi, quel 3,7 scende a 3,5. In Puglia a 3,2. «I presidenti delle Regioni del Sud nel 2015 – denuncia Boccia – hanno votato all’unanimità per mettere mi cappio al loro stesso
collo. È vero che in molte regioni c’è stato mi cambio di presidente per le elezioni, tuttavia nessuno ha speso mia parola: né i predecessori che hanno messo a punto il prov-
vedimento né i nuovi eletti». Il deputato del Partito democratico denuncia anche il fatto che «quel provvedimento non passò in Parlamento per il dovuto parere e gli effetti sulle regioni del Sud sono sotto gli occhi di tutti. La condizione di oggi dei pazienti meridionali che vanno a curarsi in altre regioni è aggravata dalla stupidità di quel decreto che non è stato messo in discussione da nessuno: il silenzio dei governatori delle Regioni del Mezzogiorno è la prova della loro scarsa competenza sul tema».

2014 2016. In Campania si perde ranno circa 250 posti letto. «Il Mezzogiorno si deve svegliare – insiste Boccia – si sta facendo spending reviews ull’assistenza sanitaria con regole che danneggiano sistematicamente il Sud Italia. Aggiungo un dato: dal taglio dei posti letto previsto dal decreto sono esentati gli Irccs, gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Ebbene: di Irccs ce ne sono appena dieci in tutto il Mezzogiorno e
diciotto nella sola Lombardia».