Riapre la chiesa dell’Incoronata dopo i lavori di somma urgenza eseguiti negli scorsi mesi dalla Soprintendenza BAPSAE per Napoli e Provincia. Nelle more di un più completo intervento di esplorazione e risanamento dei pilastri, interni e esterni, e del progetto di ricollocazione degli affreschi e delle sinopie provenienti dalla volta e dalle pareti laterali della Chiesa, già restaurati e provvisoriamente collocati su pannelli di masonite, il monumento sarà nuovamente visitabile grazie all’accordo tra la Soprintendenza e il Servizio Patrimonio Artistico e Beni Culturali, Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli.
La Chiesa di Santa Maria Incoronata a Via Medina è tra le più significative testimonianze del periodo tardo-medioevale presenti a Napoli e documenta le complesse stratificazioni urbanistiche, architettoniche e artistiche intervenute in questa parte della città.
La storia della Chiesa iniziò nel 1352, data della fondazione, a cui seguirono numerose trasformazioni, tra cui l’innalzamento del piano stradale, nel XVI secolo, per realizzare la nuova cinta muraria e il fossato di Castel Nuovo. A seguito di quelle modifiche il monumento conobbe un lunghissimo periodo di abbandono e di degrado determinato dal dislivello creato con la nuova sistemazione dell’area, e per più di due secoli perse rappresentatività e funzioni, religiose e sociali.
La magnifica architettura riconquistò il proprio decoro solo a conclusione del complesso intervento di restauro, iniziato nel 1925 dal Soprintendente Gino Chierici, che rimise in luce il portico esterno e la fuga di arcate oggi visibili.
Nel 1964 –‘65 iniziò il recupero degli affreschi, tradizionalmente attribuiti a Giotto, ma in realtà opera di seguaci, di cui comparvero le sinopie a seguito dell’intervento di strappo.
Le pitture, di Roberto Oderisio e di altri artisti di scuola giottesca, tra cui il Maestro di San Ladislao, sono ancora visibili in forma frammentaria nelle arcate delle prime campate della navata maggiore, mentre le sinopie recuperate nel citato intervento di strappo sono collocate nell’abside della navata minore, ad eccezione di quattro scene esposte su pannelli. I dipinti, insieme alle lapidi sepolcrali addossate alla controfacciata della navata minore e al portale marmoreo tardo trecentesco, recuperato nel 1961 nella Congrega dei Bianchi al Cimitero di Poggioreale, rappresentano ciò che rimane della decorazione interna.
Nel 2006 la Chiesa, di proprietà demaniale, fu consegnata alla Soprintendenza BAPSAE per Napoli e Provincia per essere adibita ad attività culturali, ed è aperta grazie alla collaborazione con il Comune di Napoli, che mette a disposizione personale proprio per le attività connesse alla valorizzazione del monumento: garantirne la fruizione quotidiana è perciò il frutto di un progetto comune volto a restituire alla città alcuni tra i più preziosi esempi della propria tradizione e della propria storia artistica.
La chiesa è aperta al pubblico e visitabile dal lunedì al sabato, dalle ore 09,00 alle 14,30.