Romano Milletari
La storia si ripete, dopo aver indossato per millenni le vesti di culla della cultura e della civiltà moderna, oggi la Grecia si riconferma nel suo storico ruolo con una lectio magistralis di libertà e democrazia tenuta in tutta Europa e che non sarà facile da dimenticare per nessuno.
Quella portata avanti da Tsipras e l’ormai ex-ministro Varoufakis assume sempre più nettamente i contorni di un’ impresa epica degna dei più celebri eroi greci.
Contro ogni pronostico e previsione Tsipras vince l’azzardatissima scommessa lanciata alla Germania e gli altri Paesi dell’Eurozona, intenti a chiudere i rubinetti di aiuti economici allo Stato ellenico come conseguenza del mancato pagamento della rata di debiti dovuti in larga parte a Germania, Francia e BCE.
Il momento dello spoglio delle schede referendarie, al quale abbiamo assistito ieri, rappresenta indubbiamente uno dei più importanti e decisivi di tutta la storia dell’ Unione Europea da quando questa vide la luce.
Il merito della coppia dei due moderni eroi greci infatti, non si esaurisce soltanto all’aver gridato a gran voce no , o meglio oxi , alle misure restrittive che i vertici europei avrebbero voluto scaricargli addosso, ma consiste prevalentemente nell’aver creato le condizioni e al contempo gettato le basi per una vera e concreta Europa Democratica dei popoli.
Siamo sempre stati abituati a seguire le vicende europee con un certo distacco, non abbiamo mai avvertito una particolare vicinanza delle Istituzioni e dei rappresentanti comunitari , eppure
mai come oggi si respira nell’aria del vecchio continente un sentimento di appartenenza a tutta l’Europa unitariamente considerata.
Chi da una parte chi dall’altra, chi ha vinto e chi ha perso, chi è tedesco e chi greco, chi è mediterraneo e chi del nord , tutti oggi ci sentiamo un pó più Cittadini dell’Unione.
E non solo per lo stupore dovuto alla vittoria ottenuta dal cavallo considerato da tutti perdente, ma soprattutto per aver dimostrato che alzare la testa e sognare in un cambiamento è lecito e possibile.
Questa è la più grande rivoluzione. La prima pietra su cui (ri)fondare una comunità sana e solidale è stata indubbiamente posta.
Tsipras ha mostrato di non essere il solito leader politico, in perfetta continuità con la storia interpreta la parte del guerriero/condottiero che senza esclusione di colpi lotta valorosamente per la difesa del suo popolo e della libertà.
Varoufakis – dopo essersi battuto per mesi a Bruxelles ed aver ottenuto questa strepitosa vittoria – presentando oggi le dimissioni dal ministero dell’economia si è probabilmente guadagnato un posto in prima fila per andare a rinfoltire la già ampia rosa di dei greci che popolano il monte Olimpo.
Le lezione impartita è strepitosa e per certi versi innovativa, il bene di un Paese e di un popolo messo davanti agli interessi , alle ambizioni e alle comprensibili ed umane vanità personali di un gruppo di uomini che si giocano il tutto per tutto senza pensarci su due volte.
Il germe della democrazia è stato (ri)gettato in tutta Europa.
Ma quella è Atene e lì è così che fanno e la democrazia riparte dal luogo in cui affonda le sue stesse radici. Che fantastica storia.
Varoufakis e Tsipras hanno presentato il loro cavallo di Troia stracolmo di di aspirazioni e desideri di crescita e prosperità alla ditta Merkel & Co. che rappresentando la maggiore azionista del pacchetto Europa, dovrà adesso decidere se continuare a mantenere in vita un regno fatto di numeri e bilanci, di tagli e austerity, di debiti e decrescita o se dar vita al mondo nuovo e democratico fatto di speranza e solidarietà, di autodeterminazione e dignità di cui Tsipras e Varoufakis , alle stregua di Ulisse ed Enea , si sono rivelati instancabili ed incorruttibili eroi.