Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri critica duramente “film e fiction che fanno del mafioso un eroe”, ché “i mafiosi sono vigliacchi” e “non si possono fare film pensando solo agli incassi” soprattutto perché “questi film rovinano la mente dei ragazzi”. Il procuratore è stato intervistato da Giovanni Floris, a “di Martedì”, in onda questa sera su La7, e ha parlato dei 68 arresti di ieri, tra cui un prete, contro il clan Arena, che controllava il Cara di Isola Capo Rizzuto e del suo ultimo libro “L’inganno delle mafie”. Poi il procuratore ha lanciato un vero richiamo all’etica e alla responsabilità educativa e culturale anche di fiction e film, a partire da “Il Padrino”, la “prima disgrazia”. Infatti, come ha avvertito nel suo libro, purtroppo “c’è un’assuefazione alle mafie perché non ci si indigna più, né si reagisce; vedo l’opinione pubblica pronta ad accettare qualsiasi cosa, non c’è uno scatto, non c’è rabbia”. Gratteri ha raccontato anche un aneddoto: “Quando parlo dei calabresi, dico che sono un popolo pacifico, paziente e faccio sempre l’esempio dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria quando c’era l’ingegnere Ciucci, il quale ogni anno annunciava la fine dei lavori. In qualsiasi altra parte d’Italia, l’anno successivo l’avrebbero preso a pomodori, invece i calabresi per 10 anni hanno solo aspettato l’annuncio della fine dell’autostrada.”