Una recente circolare del MIPAF, in risposta ad un quesito posto dalla Federazione degli Agronomi Siciliani, si legge in un comunicato della Confagricoltura – ha ribadito l’impossibilità di concedere una deroga al DM del 2009 che prevede una rotazione per le coltivazioni biologiche in cui la stessa specie non può tornare ad essere coltivata prima dei 3 anni. Di fatto la nostra rotazione virtuosa grano duro – leguminosa è fuori dalle regole!
“Questo comporterà – evidenzia il presidente della Confagricoltura, Ettore Pottino – la riduzione di oltre il 34% della produzione annuale di grano duro biologico siciliano rendendo inutili tutte le politiche di valorizzazione del grano duro di qualità che la Regione ha messo in campo”.
“Ciò diventa paradossale – aggiunge Pottino – anche in virtù della deroga prevista dallo stesso decreto che prevede che i cereali autunno-vernini possono succedere a loro stessi basta che siano seguiti da almeno due cicli di colture di specie differenti di cui almeno una sia leguminosa.
In poche parole il famigerato ringrano è consentito se seguito da un altro cereale di specie diversa e da una leguminosa, rotazione tipica delle agricolture intensive del centro-nord mentre la virtuosissima pratica tradizionale della successione biennale, cioè della rotazione del grano duro con una leguminosa miglioratrice, invece no.
Al nord potranno coltivare in rotazione grano-grano-orzo- soia quindi anche 3 cereali di seguito e da noi non sarà possibile coltivare grano-leguminosa-grano-leguminosa. Qualcuno è in grado – si chiede Pottino – di spiegarne la logica?
Siccome a pensar male si fa sempre bene il dubbio è che la realtà agricola siciliana non sia ne’ nota ne’ rappresentata nei luoghi deputati alla politica agraria, al contrario delle lobby delle agricolture continentali che hanno la necessaria forza e autorevolezza per incidere negli indirizzi e nelle scelte a favore dei loro legittimi interessi.