“Le casse dell’Ilva sono vuote e, senza quel provvedimento, non sarebbe stato possibile pagare gli stipendi”. Lo afferma Piero Gnudi, commissario straordinario dell’Ilva, in merito al decreto varato dal Consiglio dei Ministri, in un colloquio con il Corriere della Sera in edicola oggi. “La situazione – spiega Gnudi – e’ di massima urgenza. Manca il denaro per acquistare la materia prima necessaria per alimentare gli impianti, che va pagata subito. La prova provata della stretta finanziaria e’ che abbiamo dovuto rimandare al mese prossimo il pagamento dei premi ai dipendenti. Il ministro, Federica Guidi, e’ stata il motore del decreto e si e’ spesa molto per portarlo a casa. Mi spiace che la portata del successo ottenuto venga sottovalutata”. Secondo il commissario straordinario “l’azienda e’ estremamente efficiente e si e’ trovata in difficolta’ per vicende esterne. E’ lo stabilimento siderurgico piu’ importante d’Europa e non e’ per niente fuori mercato. Oggi per costruirne uno analogo sarebbero necessari 15-20 miliardi di euro. E’ il doppio della citta’ di Taranto, ha 100 chilometri di ferrovie interne, 65 chilometri di strade. Non solo. Si trova in una posizione geografica privilegiata, al centro del Mediterraneo e vicino a un porto adeguato. In piu’, oltre all’altoforno di Taranto, il gruppo ha altre attivita’ importanti e redditizie, per esempio a Genova e Novi Ligure”.