La crisi economica ha messo in ginocchio un’intera generazione. Un italiano su tre, rivela la Coldiretti, arriva a fine mese solo perché, alle sue spalle, trova i genitori che lo aiutano. Un sostegno che, soprattutto per i più giovani, è ancora più forte, dal momento che molti continuano a vivere con mamma e papà. E non perché sono “bamboccioni”. Ma perché non trovano lavoro o, se sono fortunati, riescono ad andare avanti solo con contratti precari, che non consentono né di accedere ad un mutuo né di mettere su una propria famiglia.


Famiglie, un italiano su tre non arriva a fine mese


La recessione sta anche erodendo quel “tesoretto” che i nostri nonni erano riusciti a mettere da parte. Le famiglie italiane erano considerate le “formiche” del vecchio continente, quelle con meno debiti e più riserve di capitali, sia liquidi che immobiliari. Oggi la situazione è radicalmente diversa. Secondo i dati di Bankitalia, nel ’91 il tasso di risparmio viaggiava attorno al 23,8%, Oggi, si è praticamente dimezzato, non raggiungendo neanche il 9%. E, per i nuclei familiari meno ricchi, si è praticamente azzerato. Non accadeva dalla recessione del ’93. Insomma, il bilancio è andato in rosso e, giorno dopo giorno, si stanno consumando tutte le riserve accumulate dalle generazioni che ci hanno preceduto.

Di fronte alla crisi, la prima reazione delle famiglie, ovviamente, è stata quella di stringere la cinghia, riducendo prima i consumi di lusso e poi, negli ultimi anni, tutti gli altri, anche quelli alimentari. Dal 2007 al 2012 i consumi familiari sono diminuiti di circa 2660 euro all’anno, oltre il 10% del reddito medio disponibile. Uno sforzo rivelatosi insufficiente, vanificato dall’impennata della disoccupazione e della pressione fiscale. 

Legge di Stabilità, non c’è nulla per le famiglie

La Legge di Stabilità, solo per fare l’ultimo esempio, prevede poco e niente su questo fronte. Del famoso quoziente familiare, che consentirebbe di alleggerire la pressione delle tasse tenendo conto dell’effettivo numero dei componenti di una famiglia e del reddito disponibile, si sono praticamente perse le tracce. Mentre la riduzione del cuneo fiscale prevista dal governo è appena sufficiente a distribuire poco più di una ventina di euro a fine mese. Un primo passo ma sicuramente insufficiente per invertire la tendenza ad un progressivo impoverimento, soprattutto delle famiglie italiane più deboli. Ora, di fronte alla fotografia scattata ieri dalla Coldiretti bisognerebbe subito correre ai ripari, cercando di salvaguardare l’ultimo baluardo rimasto in piedi contro la recessione. Se dovesse crollare, il rischio di una crisi sociale sarebbe inevitabile.


Alessandro Corti

fonte: L’Arena