Un gruppo di movimenti e associazioni ambientaliste di Taranto chiede al Governo di chiarire quale e’ la linea sull’Ilva. La decisione di invitare a Taranto i ministri Di Maio, Costa, Lezzi e Grillo e’ stata presa al termine di un’assemblea delle stesse associazioni. Viene contestata la possibile continuita’ produttiva dell’acciaieria.

“Quando siamo stati convocati a Roma, abbiamo detto chiaramente al vice premier – dicono movimenti e associazioni – che l’unica strada per salvare Taranto e’ avviare immediatamente tutte le procedure che portano alla chiusura della fabbrica, salvaguardando i redditi mediante i fondi comunitari ed attuando quel piano di riconversione economica, in virtu’ del quale il Movimento Cinque Stelle ha preso sul territorio il 50% dei voti. Come primi atti tangibili di una reale volonta’ di discontinuita’ col passato, chiediamo – sostengono nella richiesta a vari ministri – che si legiferi da subito per abrogare gli effetti del decreto del settembre scorso, col quale si e’ di fatto sospeso lo stato di diritto nella nostra citta’, e si ritirino i ricorsi presentati al Tar dai commissari straordinari nel 2017, coi quali si ostacola il principio del “chi inquina paga””.

Secondo associazioni e movimenti, “la situazione sanitaria, sociale ed economica e’ cosi’ grave ed emergenziale che non e’ possibile piu’ perdere tempo o tergiversare: “Ilva e’ incompatibile con il diritto alla salute, ad un lavoro dignitoso e all’assenza di discriminazioni”.

Il rischio per la salute di operai e cittadini ma soprattutto dei bambini – come afferma Isde Italia – persiste ancora ed e’ inaccettabile che una popolazione debba continuare a pagare da anni, con la vita e la disabilita’ dei suoi cittadini, la produzione dell’acciaio. Non si puo’ tacere sul 54% in piu’ di incidenza di tumori infantili ne sull’inquietante dato della perdita di quoziente intellettivo nei bambini che vivono a ridosso dell’area industriale di Taranto, dato che necessita di essere con urgenza chiarito. Ferma restando questa nostra posizione – aggiungono movimenti e associazioni rivolgendosi al Governo – riteniamo irrinunciabile una Valutazione di Impatto Sanitario preventiva che chiarisca l’impatto potenziale sulla popolazione della produzione dell’acciaio.Per tutto questo – evidenziano – abbiamo invitato il ministro dello Sviluppo Economico, il ministro del Sud, il ministro dell’Ambiente e il ministro della Salute a venire a Taranto per dirci con chiarezza cosa, questo Governo, intenda fare per iniziare quel processo decisionale partecipativo che portera’ a ridisegnare un nuovo futuro per Taranto”. “Pur mantenendo un profilo teso alla collaborazione e alla cooperazione civico-istituzionale, qualora il nostro invito venisse disatteso, siamo disposti ad intraprendere forti azioni di protesta e mobilitazione in grado di richiamare alla responsabilita’ riguardo alle promesse fatte in campagna elettorale – concludono movimenti e associazioni ambientaliste di Taranto -. Chiediamo un atto di coraggio a tutti coloro che hanno delle responsabilita’”.