Di Laura Bercioux
La Collezione Farnese, una delle più ricche e belle al mondo, esposta al Museo Archeologico Nazionale, Capodimonte e Palazzo Reale, rischia di essere trasferita a Parma perché il Ministro Franceschini ha un’idea tutta sua. La sua idea è quella di rilanciare il turismo nei piccoli borghi riportandovi le opere che furono realizzate in quei luoghi. La Collezione Farnese fu donata alla Città di Napoli da Carlo III di Spagna e da 300 anni si trova in città. Un’idea che non piace ai napoletani che si schierano contro questo atto considerato “un furto” alla città di Napoli. Se durante le feste Pompei chiude i battenti perché secondo il Ministro non c’è grande afflusso turistico, un altro danno è alle porte di Napoli ma la Collezione Farnese non si tocca.
I napoletani non lo permetteranno. Questa collezione Franceschini ci prova, a fare bene il ministro dei Beni Culturali. Ma non sempre ci riesce. Dopo la tanto contestata decisione di spostare la Soprintendenza dei Beni Archeologici di Napoli nella città di Salerno, il ministro della Cultura lancia un’altra proposta bizzarra, che in queste ore sta facendo infuriare i napoletani. Che rischiano di vedersi scippare una delle collezioni d’arte più ricche, distribuita in ben tre musei partenopei (il Museo Archeologico Nazionale, la Reggia di Capodimonte e il Palazzo Reale): la Collezione Farnese, nel 1735, pochi anni dopo la morte senza eredi di Antonio Farnese, ultimo esponente dell’illustre famiglia, fu ereditata da Elisabetta, nipote di Antonio Farnese nonché moglie di Filippo V di Spagna e madre del nuovo duca di Parma e Piacenza, Carlo di Borbone. Fu Carlo di Borbone che, con un regio decreto, fece trasferire le opere a Napoli durante il Regno delle Due Sicilie.
Ora furto o rapina, fu un bene perché con questo trasferimento si salvò la collezione dalle razzie della guerra durante la presa degli Austriaci a Parma. Il trasferimento della Collezione Farnese si definì a Napoli, 50 anni dopo, quando Ferdinando IV di Borbone decise di spostare a Napoli anche la collezione romana sebbene il Papa si fosse opposto: con la donazione di sua maestà Carlo di Borbone, la Collezione Farnese diede diritto a Napoli di esserne la legittima proprietaria. La Collezione Farnese è stata già “depredata” dai fascisti quando decisero di restituire a Parma e Piacenza numerose tele non tenendo conto dei legittimi proprietari e Napoli non ha mai chiesto la restituzione neanche delle opere delle collezioni borboniche, opere di Salvator Rosa e Luca Giordano, che si trovano tra il Quirinale, Camera dei Deputati, Senato, Ambasciate e Torino. Se il Ministro oggi si accanisce contro questo “furto” vecchio di 300 anni dovrebbe riconoscere che se non fosse avvenuto, di quella collezione non resterebbe nulla. Basti pensare a quante opere sono state portate in Francia e altre trafugate dai nazisti nella seconda guerra mondiale. Sembra un atteggiamento anti Sud quello del Ministro che evidentemente non ha alcun interesse se non spostare collezioni e attenzioni, al nord Italia.
Questo “ministretto” con barbetta da intellettuale, si dimentichi della sua “STUPIDA IDEA”
questa volta Noi scenderemo in piazza con PALE E FORCONI oer difendere le NOSTRE OPERE.