Matteo Renzi pone le condizioni al governo in vista del voto di fiducia, che si terrà quando probabilmente sarà diventato da pochi giorni segretario del Pd. Secondo il CORRIERE DELLA SERA “il sindaco è determinato ma non vuole aprire le ostilità con il governo” e “lo ha fatto sapere, direttamente o tramite ambasciatori”, a Giorgio Napolitano ed Enrico Letta e “ha avvisato anche l’attuale segretario Guglielmo Epifani, che infatti, ieri, conversando con alcuni compagni del Pd spiegava: ‘Matteo non vuole andare alle elezioni: sa anche lui che con il Porcellum il partito non riuscirebbe a vincere in entrambi i rami del Parlamento perché c’è il movimento di Grillo’”. Secondo REPUBBLICA ieri il primo cittadino di Firenze avrebbe confidato di essere “disponibilissimo a trattare ma è chiaro che Enrico, nel suo intervento, dovrà dire cose condivise con noi e prima di mercoledì, dovremo discutere i punti di accordo e disaccordo”: “Non è un ultimatum, né la misura di una distanza con un governo improvvisamente diventato soltanto ‘amico’, ma la presa d’atto che, dalla prossima settimana, molto dovrà cambiare nel rapporto, finora ancillare, tra il partito di maggioranza e palazzo Chigi – scrive il quotidiano romano – (…). Renzi già da lunedì, dopo l’elezione alla segreteria, sarà al lavoro per prendere le misure con i “suoi” gruppi parlamentari. Intende infatti convocare subito un’assemblea congiunta di deputati e senatori per fare il punto sulla fiducia al governo. Il giorno stesso, quasi certamente, ci sarà il faccia a faccia con Letta”. Meno problemi presenta invece il rapporto con Angelino Alfano che, sempre secondo Repubblica, “ha scelto di usare il premier come un cuscinetto per non farsi stritolare dal prossimo segretario del Pd”: “A conferma di questa prudenza c’è il fatto che Alfano, al momento, esclude di potersi sedere allo stesso tavolo con Renzi per aprire una verifica sul programma. La scelta del vicepremier è quella di trattare direttamente ed esclusivamente con Letta, affidando a lui le richieste dell’Ncd in tema di giustizia, senza vertici di maggioranza”.