La crescita degli alberi non è immediata, non si fa con una stampante 3D ma richiede anni. Pertanto, per raggiungere gli obiettivi che il PNRR si è posto in materia ambientale, serve che subito Comuni, città metropolitane, Regioni e governo predispongano le gare d’appalto coinvolgendo le imprese del settore. Solo così si potrà avere una pianificazione della produzione realistica, in grado di garantire materiale di partenza, manodopera e risorse. È quanto emerso dall’incontro: “Dagli annunci alla politica dei fatti: verso gli Stati generali della Sostenibilità – Festa dell’Albero 2021”, che si è svolto oggi a Roma. L’evento, moderato da Massimo Lucidi, direttore editoriale di The Map Report, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Grazia Francescato, già portavoce dei Verdi Europei, la deputata Maria Spena, Vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati e Alberto Patruno, segretario di Assoimpredia (Associazione Nazionale Imprese di Difesa e Tutela ambientale).
Dal dibattito è scaturita la preoccupazione dei coltivatori di alberi italiani circa la realizzazione dei tanti annunci fatti in ambito nazionale (PNRR) e internazionale. Basti pensare che nelle ultime settimane dieci sindaci delle principali città europee si sono impegnati nella piantumazione di almeno tre milioni di alberi entro il 2030. Stesso orizzonte temporale per i mille miliardi di alberi di cui si è discusso nel corso dell’ultimo G20, decisione poi messa in discussione dal Cop26 di Glasgow dove è stato affermato che piantare alberi a caso fa più male che bene all’ambiente.
“Considerando il numero di alberi necessari e la tempistica – dichiara Alberto Patruno segretario ASSOIMPREDIA – chiediamo maggiore chiarezza alle forze politiche, alla pubblica amministrazione e al mondo dei paesaggisti per raccogliere la sfida”.
“Partendo da una pianta di tre anni – aggiunge l’imprenditore Maurizio Lapponi di Assoimpredia – il ciclo di produzione degli alberi per la città è di almeno cinque anni. Nella produzione arborea europea c’è una notevole mancanza di prodotto, sia nelle varietà che nelle misure. La realtà è che molti piccoli vivai di propagazione specializzati in innesti e piantine, la linfa vitale del nostro settore, sono scomparsi. Stiamo attingendo alle nostre riserve finanziarie e competenze per colmare il divario produttivo emerso negli ultimi dieci anni ma, senza cambiamenti significativi di rotta, i vivai non saranno in grado di soddisfare la crescente domanda di alberi”.
L’auspicio degli imprenditori del settore è che le Istituzioni, nell’approntare i bandi, coinvolgano tutte le parti interessate per elaborare una pianificazione della produzione realistica e concreta.
“La pianificazione e il coordinamento – concludono i rappresentanti di ASSOIMPREDIA – devono essere eseguiti da persone con una conoscenza approfondita del mercato degli alberi, e da appaltatori e paesaggisti in grado di valutare la qualità del prodotto, gestirne i volumi e sapere esattamente quale tipo di varietà e specifiche del prodotto includere”.